Inter, primo reale momento di flessione della stagione: la trasferta di Bergamo palesa i limiti strutturali della rosa. Adesso serve…

Quattro punti nelle ultime quattro partita, due sconfitte consecutive in casa, tre gol segnati e quattro subiti. Numeri che sembrerebbero ripercorrere le tribolate ultime stagioni in cui l’Inter è stata spesso ridimensionata all’infame ruolo di squadra di metà classifica, nonostante il suo passato glorioso e il blasone dei suoi colori. Ma ahimè, in campo non vanno i trofei in bacheca bensì i giocatori, dunque ogni risultato messo in evidenza dal campo fa preso come una sentenza tutto sommato corretta.

Dopo un girone d’andata quasi privo di reali momenti negativi, con le uniche sconfitte arrivate in serate no come quella contro Fiorentina e momenti sfortunati come il doppio palo nel recupero al San Paolo, adesso la squadra di Mancini sembra attraversare la prima reale fase di involuzione del suo campionato.

Il pareggino ottenuto a Bergamo, che magari senza Handanovic in versione Benji Price sarebbe stata anche una sconfitta, ha messo in evidenza i limiti strutturali della rosa a disposizione del Mancio: poca qualità in mezzo al campo, mancanza di concretezza in avanti e pochi ricambi nel reparto arretro. Anzi, più che pochi, di scarsa affidabilità. L’Inter infatti consta una batteria di terzini fin troppo colma, due centrali di riserva ma poche sono ancora le certezze del tecnico su chi impiegare nelle retrovie. Gli unici punti fermi finora sono stati Miranda e Murillo che, come era logico immaginare, stanno pagando lo sforzo di inizio stagione e sono in netto calo, soprattutto dal punto di vista della tenuta e della concentrazione.

Manca un mediano che sappia impostare: ecco, Medel potrà metterci anche l’anima e correre come non mai, ma il gioco avrebbe bisogno di un uomo in grado di dare i ritmi e velocizzare il gioco quando necessario. Il mercato deve necessariamente dare una mano in questo senso perchè all’Inter è dai tempi di Thiago Motta che manca un metronomo in grado di scandire i tempi del possesso palla e di dare equilibrio all’assetto tattico.

Ultimo capitolo: l’attacco. Un reparto che nomi alla mano è di grande qualità ma che sta faticando ancora a trovare la giusta intesa. Perisic corre ma è poco efficace, Ljajic prova ad inventare ma tira poco, Icardi sta lavorando più per la squadra ma spesso resta isolato, Jovetic appare appannato nonostante l’indiscutibile talento. Biabiany come rincalzo è sempre in grado di rendersi utile, Palacio un pò meno. L’attacco ha come primo obiettivo quello di segnare e in realtà è solo questo che manca: le occasioni si creano ma quasi mai si creano i reali presupposti per battere a rete.

Il campionato è ancora lungo e bisogna mantenere la calma. Un pareggio in quel di Bergamo non è da buttare anche se chi vuole puntare in alto non deve mai accontentarsi del pareggio che è più vicino alla sconfitta che alla vittoria. Mancini tenterà il possibile per chiedere uno sforzo ad Ausilio che almeno in parte dovrebbe accontentarlo. Occhio però, le altre non aspettano e occorre rimettersi subito in carreggiata. 

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