GdS – Gresko: “Meglio il teatro del calcio”

Ci sono etichette che la vita ti appiccica addosso anche involontariamente, momenti in cui basta sentire un nome per ricordare un determinato particolare, nel calcio accade la stessa cosa, nel mondo Inter basta nominare il nome di Vratislav Gresko e la mente riporta subito al 5 maggio 2002.

A La Gazzetta dello Sport Gresko racconta una carriera fra alti e bassi, arrivato all’Inter come capitano dell’Under 21 slovacca tentò di arginare la falla del terzino sinistro che dai tempi della cessione di Roberto Carlos fece parecchie vittime.

Gresko chiuse con l’Inter in quel 5 maggio, tra le lacrime di Ronaldo, la rabbia di Materazzi, l’urlo al vantaggio di Vieri fino alla delusione di Moratti, avventura nerazzurra chiusa dopo venti mesi per approdare poi al Parma sino a preferire l’estero un anno dopo, ritagliandosi una discreta carriera tra Blackburn, Norimberga e Bayer Leverkusen, fino al nuovo amore, il teatro, e la notizia del suo ritiro che in Italia non può passare inosservato.

Fra un paio di settimane compirò 38 anni e ho dato tutto quello che potevo. Penso sia giunto il momento di lasciare spazio alle nuove generazioni” dice Gresko che ha chiuso la carriera nel FO ZP Sport Podbrezova: “Podbrezova è una città di 5 mila abitanti. Qui ha sede la Zeleziarne Podbrezova, una delle più antiche e importanti acciaierie dell’Europa Centrale. Qualche anno fa la compagnia ha deciso di investire nella squadra di calcio locale e io ho sposato il progetto. In quattro stagioni due promozioni, e al primo anno in Superliga ci siamo salvati“.

Arrivato alla fine della carriera per Gresko è tempo di bilanci: “Poteva andare peggio, così come meglio. Ho sofferto vari infortuni al ginocchio, che mi hanno limitato. Eppure ho detto la mia in Serie A, in Premier e Bundesliga e giocato le coppe internazionali. Ho diviso lo spogliatoio con campioni come Vieri, Zanetti e Ronaldo, Ballack, Vidal e Hamsik, quindi non posso lamentarmi. Oggi mi rimangono solo bei ricordi e straordinarie amicizie“.

Non si può non toccare quel famoso 5 maggio “Tutti noi volevamo quel titolo, e la delusione di conseguenza fu grande. Sinceramente, però, trovo poco sensato parlare di un fatto avvenuto quindici anni fa, la vita va avanti e arrivano sempre nuove sfide

Quello non fu l’unico campionato che persi all’ultimo. Successe altre due volte: a inizio carriera, quando vestivo la maglia dell’Inter Bratislava, e poi in Germania con il Bayer Leverkusen. Anche allora furono commessi errori che compromisero il risultato. Eppure io non ho mai dato la colpa a nessuno, sarebbe troppo comodo

Un Gresko che con l’età diventa saggio e spiega “Ho sempre cercato di trarre insegnamenti da tutto ciò che il campo mi ha riservato. Nello sport a qualcuno spetta la sconfitta. La differenza è quanto sei bravo dopo a rialzarti

Voluto a tutti i costi da Marco Tardelli che lo notò allenando l’Under 21 “Mi notò durante gli Europei Under 21 del 2000, lui era il c.t. dell’Italia e io giocavo sulla fascia per la Slovacchia. Feci una grande partita e numerose società
mi contattarono. Va detto che allora giocavo già al Leverkusen, non ero l’ultimo arrivato

Da Tardelli a Cuper, il mondo Inter che conquista Gresko: “Da me sentirete solo belle parole, l’Inter e la famiglia
Moratti sono nel mio cuore. Sono orgoglioso di avere giocato nell’Inter. In Italia, nonostante siano passati anni, ho ancora tanti amici: da Di Biagio, che ho incontrato quando è venuto in Slovacchia con gli azzurrini, fino a capitan Zanetti e Toldo. Ronnie non si poteva marcare, lui è il Fenomeno. Per me è stato un fratello, a Milano abitava sopra casa mia. Sono anni che voglio invitarlo in Slovacchia, prima o poi lo farò“.

Gresko non dimentica l’Italia, il suo è un italiano fluido e preciso: “Nel tempo libero ho sempre cercato di studiare
le lingue dei Paesi in cui ho vissuto. Oggi parlo inglese, tedesco e italiano. E capisco il russo” e un pensiero verso la Serie A: “Cerco di seguirla il più possibile, nonostante i problemi che hanno afflitto il campionato negli ultimi anni. Quando l’Inter ha vinto il campionato sono stato molto felice, ho festeggiato. In Italia torno almeno una o due volte all’anno. Quando vengo mi appoggio a casa di un amico che vive un po’ fuori Milano. In giro mi riconoscono ancora, mi chiedono di fare una foto assieme e ringraziano calorosamente“.

Fino all’amore per il teatro: “È una passione che coltivo da anni, ma sempre nel tempo libero. Il teatro è un grande spettacolo, come il calcio. E come in campo, servono impegno e dedizione. Anni fa ho deciso di aprire uno spazio nella mia città, le cose vanno molto bene. In questi giorni stiamo rinnovando tutti gli spazi e a dicembre procederemo con la nuova inaugurazione, Nel mio teatro recitano solo attori veri, i professionisti. Io organizzo il programma, faccio i calendari e mi occupo di marketing

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