Ritorno alle origini

Per l’Inter di Roberto Mancini il prossimo anno dovrà necessariamente essere un ritorno alle origini.

Dal punto di vista del marketing è già stato mosso un passo in questo senso, con la maglietta che ripropone i colori classici della squadra milanese. Ma un ritorno alle origini dovrà esserci anche (e soprattutto) sul campo: i risultati degli ultimi anni sono stati disastrosi, ogni volta l’obiettivo massimo era arrivare alla posizione Europa (di solito quello è un obiettivo minimo) e non ci si è neanche sempre riusciti (come quest’anno).

Mancini ha ragione, servono nuovi innesti per riportare l’Inter in alto: Thohir lo ha capito, già a gennaio ha fatto un investimento importante per Shaqiri e ha provato in tutti i modi a prendere Dybala (formulando un’offerta superiore ai 30 milioni). Certo, i giocatori importanti sono necessari per vincere, ma c’è anche un altro fattore che è fondamentale: la mentalità. Quando la Juventus, dopo due settimi posti, è tornata a vincere lo scudetto non aveva ancora Tevez, Morata, Llorente, Pogba; aveva buoni giocatori come Quagliarella, Vucinic e così via. Buoni giocatori, appunto, non campioni: quella fu la dimostrazione che per vincere bisogna avere un certo tipo di forza mentale, che ti porta ad arrivare a risultati che non potresti raggiungere basandoti solo sulla qualità dei tuoi piedi. All’Inter, al momento, mancano entrambe le cose: qualità e forza mentale. Il prossimo anno sarà quello buono per rivedere un ritorno alle origini (e ai trionfi)?

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