Dopo mesi e mesi di trattative, adesso che i giochi sono praticamente fatti, Erick Thohir non vede l’ora di cominciare il suo nuovo percorso calcistico nell’Inter. Infatti, stando a quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, lo sbarco del tycoon indonesiano sarebbe imminente. Il futuro azionista di maggioranza dell’Inter potrebbe arrivare già domani a Milano per presenziare all’Assemblea dei soci di venerdì (anche se non sarà ancora la sua) per poi assistere sabato sera alla sfida col Verona e rientrare a Giacarta, in attesa di tornare in Italia entro metà novembre, quando sarà ultimato il passaggio del 70% delle quote nerazzurre nelle mani della ISC, la società creata coi soci Roeslani e Soetedjo.
Anche se il reale insediamento è appunto rimandato all’Assemblea straordinaria che verrà fissata dopo il closing, Thohir ha programmato il blitz milanese con due dei quattro figli per iniziare ad assaggiare la nuova realtà . Il viaggio di domani non è ancora certo ed è al centro delle tante telefonate e sms che lui e Massimo Moratti si scambiano ogni giorno. Sino a toccare il picco di 30 messaggini durante Torino-Inter, a conferma che il tycoon non avrà il sangue nerazzurro di Moratti, ma a furia di parlare con lui sta iniziando una sorta di trasfusione.
In un’intervista a Repubblica, Thohir ha svelato il contenuto di alcuni sms (“Goodnight bro”, buonanotte fratello, quello più indicativo dell’intimità che si è creata tra i due), applaudito Mazzarri e la squadra (“Bella da vedere”), confermato che venderà la quota nei Philadelphia 76ers (Nba) per concentrarsi su Inter e DC United e promesso che viene per vincere, ma anche mantenuto il massimo riserbo sulle strategie: “Dei miei progetti non parlo finché non avremo chiuso l’affare. Ho grande rispetto della storia e della tradizione dell’Inter e di Massimo Moratti”.
Thohir ha anche indirettamente confermato che alcuni dirigenti della Inner Circle, lo studio americano di consulenza sportiva cui si è appoggiata la cordata indonesiana, sono già a Milano. A coordinarli c’è Thomas Shreve, l’avvocato americano probabile futuro consigliere delegato con potere di firma nella nuova società . Colui che in gran segreto tra marzo e aprile ha gettato le basi della trattativa e che presto ricomparirà a Milano. Ora si lavora alla definizione dell’organigramma futuro.
Partendo dall’alto. Quindi da chi sarà il presidente e da chi siederà nel prossimo Cda. Quello attuale composto da 14 membri, di cui sei facenti capo alla famiglia Moratti è stato salutato lunedì sera dal petroliere, che ha invitato tutti a cena in pieno centro. E ora il pallino è nelle mani dello stesso Massimo Moratti, che venerdì potrebbe sciogliere le riserve sul proprio futuro. Chi gli sta vicino in questi giorni lo descrive molto combattuto e tentato di lasciare che i tre posti nel futuro board vadano a qualcuno di famiglia. Due sembrano assegnati al figlio Angelomario (Mao, per lo zio Thohir, che pure è quasi coetaneo) e a Rinaldo Ghelfi. Se Moratti rinuncerà al proprio, il terzo potrebbe essere l’altro figlio Giovanni o il nipote Angelo o qualcuno della Four Partners, l’advisor di famiglia.