Inter, così non va: il dato è chiaro, scudetto più lontano (lapresse)-spaziointer.it
L’Inter di Chivu ha ritrovato la vittoria in campionato dopo due sconfitte ma c’è un altro dato che ancora fa rabbrividire
L’Inter di Christian Chivu ha finalmente un po’ di respiro. Dopo le due sconfitte consecutive contro Udinese e Juventus già c’erano i primi segnali di malessere nei confronti di allenatore e società, anche e soprattutto sul ricordo della finale di Monaco.
Le due uscite successive, contro Ajax e Sassuolo, hanno invece da un lato confermato le buone prestazioni in fase offensiva offerte già nelle uscite precedenti ma hanno portato anche 6 punti, la ricetta migliore per stemperare le polemiche e rasserenare l’ambiente. In più Chivu, da persona navigata nel mondo del calcio, sta offrendo “in pasto” agli appassionati Francesco Pio Esposito, centravanti di belle speranze, classe 2005, che sta catalizzando le attenzioni di media e tifosi per la sua maturità calcistica. Nonostante la vittoria però, emerge un dato che allontana l’Inter dai sogni di scudetto.
Da poco più di 3 mesi è ormai iniziata l’avventura di Chivu sulla panchina nerazzurra e già sono arrivati i primi scricchiolii. Il tecnico viene accusato a più riprese di star dando poco alla sua squadra, appoggiandosi molto all’architettura costruita da Inzaghi negli anni addietro. Andando a vedere nel dettaglio però si scorge come in realtà ci siano già delle differenze: l’Inter palleggia meno coi tre difensori, è meno paziente, più furente e verticale, sfruttando tutti e 5 i canali offensivi con vari uomini.
Ne consegue una squadra più lunga, che avrebbe bisogno di maggiori corse dal centrocampo per coprire distanze maggiori, cosa che mal si accosta alle caratteristiche dei 4 centrocampisti finora maggiormente usati. Per questo motivo l’Inter si è ritrovata spesso spaccata in due tronconi e presa in infilata, andando a subire già parecchie reti: sono già 7 i gol subiti dai nerazzurri e in generale con Chivu in panchina sono arrivati solo 4 clean sheets tra campionato, Champions, amichevoli e Mondiale.
Il calcio italiano è storicamente famoso per essere estremamente attento alla tattica, alle volte fino alla boriosità. La conseguenza di tutto questo è che in Italia, nel 99% dei casi, a vincere lo scudetto è la miglior difesa. Lo sanno bene Conte e Allegri, sempre vittoriosi quando hanno avuto il reparto difensivo meno penetrato.
Negli ultimi anni però c’è stata una sola eccezione: nella stagione 2019/2020 la Juventus di Sarri si laurea campione d’Italia con ben 43 gol subiti ma il “segreto” del suo successo fu tutto nel reparto offensivo. Quella Juventus infatti poteva contare su Cristiano Ronaldo, Dybala, Douglas Costa, Mandzukic, Cuadrado, Bernardeschi e Higuain.