L’ossessione europea e lo scudetto mai voluto: a Monaco sarà dramma o leggenda

Uno psicodramma a tinte nerazzurre e un campionato giochicchiato: Monaco da sogno è diventato obbligo.

Difficile immaginare come un trofeo che si conquista in 38 giornate possa essere buttato da una singola squadra, complicato spiegare cosa sia successo ieri a San Siro e durante tutto il campionato.

L’impressione è che all’Inter di vincere lo scudetto non sia mai interessato. Probabilmente per un eccessivo e innaturale appagamento dopo la seconda stella, probabilmente perchè le energie, sin dalla gara di settembre contro il Manchester City, sono state tutte indirizzate verso la Champions League.

La sensazione è che i nerazzurri abbiano letteralmente traccheggiato in Serie A. Forse perchè convinti di essere “ingiocabili”, forse perchè l’obiettivo che fa gola è enormemente più grosso di uno scudetto, che in rosa hanno vinto quasi tutti.

L’Inter ha sprecato qualsiasi occasione che si sia posta sulla sua strada. La ciliegina sulla torta è arrivata ieri: un Napoli che non va oltre il pareggio a Parma, e un’Inter che si fa raggiungere non una, ma ben due volte dalla Lazio.

Sbagliati tutti i match point: delusione pesantissima

Manca l’ultima partita, ma l’occasione irripetibile che è caduta dal cielo ieri non si ripresenterà. Ed è uno scudetto che nulla ha a che vedere con quello del 2022. Il Milan, dopo lo sfortunato errore di Radu a Bologna, si rese protagonista di una cavalcata che pareva infermabile. Il Napoli tutt’altro. Un Napoli che si ferma contro Genoa e Parma, che zoppica per tutto gennaio. Ma un’Inter che non ha nemmeno voglia di azzannare l’avversaria sanguinante.

E per quanto la narrazione sia sempre stata di una non scelta, le prestazioni dicono altro. L’errore di Bastoni e Acerbi sul primo gol della Lazio è una roba mai vista in Champions. Idem le continue disattenzioni di Bisseck, protagonista di una super gara contro il Barcellona, ma anche contro Arsenal e Manchester City.

Inter
Sbagliati tutti i match point: delusione pesantissima (LaPresse) SpazioInter.it

La dimostrazione lapalissiana di come l’attitudine in Italia e in Europa sia stata diametralmente opposta. In Champions si è notata una ferocia, un’attenzione, una convinzione che in campionato non si è mai vista. Presunzione? Poco interesse? Stanchezza mentale e fisica? Le chiavi di lettura possono essere mille.

Ingiusto per tutti nascondersi dietro la Champions, che tutto ad un tratto sembra diventata un’ossessione. Quando contava l’Inter in campionato è mancata, aldilà dei 1000 impegni. Lo score negli scontri diretti è imbarazzante. E oltre ad alcune riserve, sicuramente non all’altezza, andrà aperto con calma un capitolo sui titolari che sono mancati in campionato. Ieri, come in troppe altre occasioni, c’è chi ha deluso. In campo sembrava ci tenesse solo Acerbi, insieme a Lautaro sofferente in tribuna.

Perdere uno scudetto per le sconfitte contro Bologna e Roma, nel mezzo delle sfide leggendarie con Bayern e Barcellona, avrebbe forse indorato la pillola. Perderlo così, dopo che il Napoli ha regalato due pareggi nelle ultime tre, non può a questo punto essere perdonato. E pone eccessiva carica sulla finale di Monaco. Se la vittoria arriverà, nessuno si ricorderà dello scudetto vinto dal Napoli. Ma se questo non dovesse accadere ci si accorgerà presto di quanto uno “scudettino” avrebbe potuto salvare la stagione.

A Monaco sarà paradiso o inferno, dramma o leggenda. Non esiste nè limbo nè purgatorio.

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