Milito incorona Lautaro: “È un top player”, poi da brividi su Mourinho e il triplete

L’ex numero 22 nerazzurro ha parlato del capitano dell’Inter e dell’allenatore portoghese ai microfoni di Dazn

Ci sono giocatori che diventano parte integrante della storia di una squadra. Se dovessimo sceglierne uno della storia recente dell’Inter, probabilmente punteremmo le nostre fiches su Diego Milito, con il Principe argentino che ha impresso in milioni di tifosi nerazzurri ricordi bellissimi.

Molti ragazzi e ragazze hanno iniziato a seguire il calcio e a appassionarsi a questi colori grazie all’iconico Triplete ottenuto dalla squadra allenata da José Mourinho e in cui Milito era il rifinitore principale.

L’attaccante ha parlato della sua carriera nel format Un’altra storia di Dazn, con Milito che ha commentato due fasi importanti della sua vita all’Inter:

Il secondo gol al Bayern? E’ una giocata che mi veniva naturale, quella sterzata. Mi è venuta bene in una partita importante. Sono quei gol che rimarranno per sempre in me e per l’Inter. E’ stata una stagione indimenticabile, abbiamo sofferto e a un certo punto perdevamo anche in campionato. E’ stato una sofferenza, Siena è stato un momento dove ci siamo tolti un peso importante perché stavamo rincorrendo lo scudetto per tutto l’anno e sembrava ci potesse sfuggire. Poi la Champions è stata la ciliegina sulla torta

Per Milito: “Mourinho allenatore stupendo”

Il Principe ha parlato del condottiero di quella clamorosa impresa, José Mourinho, raccontando degli aneddoti speciali come quello di Barcellona:

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Un allenatore stupendo, l’artefice di quel che abbiamo fatto. Un grande gestore dei momenti, sapeva perfettamente quando serviva la bastonata e quando la carezza. Il discorso più bello in realtà è stato a Barcellona, che era un po’ una finale anticipata. Un campo difficilissimo, con un bel vantaggio ma una gara tutta da giocare. Lui era sdraiato nello spogliatoio, noi con l’ansia. Era così perché il leader deve cercare di mostrare tranquillità nei momenti di ansia. Ci ha detto che quando aveva vinto la Champions col Porto il figlio era piccolo e non si ricordava, per cui di vincerne un’altra. Una volta in campo ci diceva che per noi la finale era un sogno e per il Barcellona un’ossessione ed era un po’ così il poter andare da catalani a vincere la Champions a Madrid

Tra i passaggi più importanti della sua lunga chiacchierata ai microfoni dell’emittente sportivo in streaming, va sottolineato quello riguardante il suo erede spirituale all’Inter, il capitano Lautaro Martinez:

Sono felicissimo di vederlo dov’è in questo momento perché lo conosco da bambino. Mi ha sostituito al Racing il giorno del suo esordio, mi fa veramente molto piacere vederlo a questi livelli. Mi impressiona la testa, la voglia di continuare a crescere e raggiungere obiettivi. Questo ce l’hanno i grandi campioni, non si accontentano mai. L’anno scorso è arrivato in finale di Champions, ha vinto il Mondiale e dopo quel Mondiale sta facendo cose straordinarie. Lo vedo maturo. Sicuramente la fascia di capitano ti dà qualcosa in più, ma lui si sente importante nella squadra e nella società.

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