Thuram: “Pensavo all’Inter da due anni”, poi il retroscena con Messi

I primi mesi hanno messo in mostra un Thuram straripante. La tifoseria nerazzurra si è subito innamorata del 9, che in un’intervista si è raccontato a tutto tondo. 

Amore che vieni, amore che vai cantava Fabrizio De Andrè. Si può dire che i tifosi interisti abbiamo invertito il processo. Il popolo nerazzurro è stato colpito nell’intimo da un calciatore, Romelu Lukaku, che ha voltato le spalle a coloro che l’avevano supportato e amato nonostante un tradimento alle spalle.

Lo squarcio lasciato aperto dal belga è stato ricucito dal nuovo numero 9, Marcus Thuram, che in breve tempo ha sorpreso tutti come attaccante totale, capace non solo di segnare ma soprattutto di aiutare la squadra in ogni zona del campo. Ogni accelerazione del francese fa stropicciare gli occhi per tecnica e forza fisica, oltre ad alcuni gol decisivi siglati contro Roma Benfica. 

Non poteva esserci inizia migliore per Tikus, che nella puntata di “DAZN Heroes” ha motivato la scelta fatta l’estate scorsa:

“Lo scorso giugno ho scelto l’Inter per una sensazione che avevo dentro. Due anni prima dovevo venire qua e mi ero infortunato. Mi ha fatto malissimo perché mi ero già immaginato di vestire la maglia dell’Inter e di giocare a San Siro. Due anni dopo quella sensazione mi era rimasta e volevo venire qua.

Il figlio d’arte ha inoltre svelato i primi contatti avviati coi compagni al termine della trattativa:

“Il primo che mi ha scritto quando sono arrivato è stato Dimarco. Mi ha dato il benvenuto e mi ha detto che mi aspettava da due anni”.

Inter, Thuram si racconta: intervista a cuore aperto

Nella mente di ogni sostenitore c’è ancora la parabola straordinaria che permise all’Inter di raddoppiare nel derby di settembre:

“Quando chiudo gli occhi e penso al derby, mi viene in mente il momento in cui entriamo sul campo e ci sono le due coreografie. È stato speciale. Mi ricordo che il gol è nato da una ripartenza: Lautaro manda Dumfries in profondità, io recupero palla, vedo che Thiaw non mi attacca subito,  ho il tempo di girarmi, lo punto e sono uno contro uno con lui. Ho il tempo di tirare, entro, tiro e segno”.

Thuram si racconta a DAZN
Thuram svela il rapporto con l’Inter e con i compagni – ANSA – spaziointer.it

Il francese si è distinto per essere un 9 atipico. Il ruolo da “attaccante completo” è stato commentato come di seguito:

“Lo scorso anno è stato il primo in cui ho fatto il 9 per tutta la stagione. Ausilio mi aveva immaginato come centravanti già nel 2021: vuol dire che mi conosce molto bene come giocatore e questo mi ha aiutato a fare la scelta. Penso che il mio percorso, l’aver giocato nella stagioni precedenti in altre posizioni, mi abbia aiutato a diventare il 9 che sono oggi. “

Prosegue Thuram:

“Non sono una prima punta ‘classica’, che rimane ferma: mi piace muovermi, giocare con i compagni, dribblare, fare assist e gol. Aver giocato come ala in passato mi permette adesso di fare cose così”.

Tikus ha espresso come si sviluppa il rapporto padre-figlio con papà Lilian:

“Riguardo sempre le partite dell’Inter con mio papà, lui commenta e mi piace molto perché mi fa imparare velocemente. È molto molto severo, ma è meglio così. Ogni volta che esco da una partita in cui ho segnato, ad esempio, se vede che sono contento e sorrido lui mi dice: ‘Calmati, vieni in macchina che ti spiego due cose'”.

Infine il classe 1997 ha rivelato un episodio dell’infanzia concernente Leo Messi:

“Un giorno quando avevo 10 anni andai a vedere l’allenamento di mio padre che giocava nel Barcellona, ma non avevo con me le mie scarpe da calcio. Messi era giovane, aveva 19-20 anni. Dopo l’allenamento volevo andare sul campo insieme agli altri bambini, ma senza scarpe non potevo… Messi era quello che, come numero, indossava le scarpe più ‘vicine’ alle mie: io avevo 38, lui il 40-41.”

Thuram ha concluso l’aneddoto:

“Allora mi dette le sue, io ci giocai e dopo mi disse: ‘Prendile, puoi portarle a casa’. Avendo 10 anni, non mi ero reso bene conto di quello che era successo: sapevo che lui era un giocatore del Barcellona, ma non capivo ancora bene quanto grande fosse. Il giorno dopo così andai a calcio e regalai le scarpe di Messi a un mio amico senza pensarci troppo. Tutti i giorni mi pento di quella scelta”.

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