Dal paradiso all’inferno puoi retrocedere: lo strano caso di Nicoló Barella

”Dal paradiso all’inferno puoi retrocedere”.

La nota frase di Cosimo Fini, in arte Gué Pequeño purtroppo può essere associata al momento no che sta attraversando Nicoló Barella, centrocampista e leader indiscusso dell’Inter e della nazionale italiana.

Quando vengono a mancare le prestazioni di un calciatore qualunque le squadre continuano tranquillamente a girare, ma quando è uno dei calciatori più importanti a perdere la retta via ecco che a risentirne sono tutti: compagni di squadra, allenatore, dirigenza e tifosi.

Il 2021 di Barella è stato un anno da incorniciare: scudetto ed europeo, miglior centrocampista della Serie A e prestazioni da vero leader, ma adesso qualcosa si è inceppato.

Dall’inferno però si può riemergere

Chi ha seguito la carriera di Barella sa che il centrocampista sardo è uno che non molla mai.

L’inferno calcistico (quello vero) lo ha vissuto parecchie volte. Basti pensare alle prime esperienze in prima squadra al Cagliari dove spazio per lui ce n’era poco e venne mandato a ”farsi le ossa” al Como.

In Lombardia delude, come un pò tutta la squadra, ma forse è proprio dopo quell’esperienza che la carriera di Barella spicca il volo.

Tra lo sconforto generale nasce la rivalsa.

A suon di prestazioni torna e riconquista il suo Cagliari e mette in chiaro una cosa: ‘‘io non mollo mai”.

Il suo percorso lo dimostra, da lì a poco lo acquisterà l’Inter e tutti sappiamo com’è andata.

Ma non è questo il punto.

Barella inter Serie A

Strano destino quello dei numeri 1

Strano destino quello dei numeri 1.

Quelli che ti fanno sognare, ti fanno innamorare ma poi scopri che sono degli essere umani proprio come te che li guardi e li ammiri.

Vengono riportati sulla terra dopo aver fatto il tour della nostra immaginazione sopra una navicella spaziale.

Strano destino quello di un numero 1 come Nicoló Barella. Centrocampista dai sette polmoni che adesso se ne ritrova soltanto due.

Forse non serve la vasca rigenerante di Goku, dove nel tempo riuscirà a recuperare le forze per affrontare il rush finale di campionato. Forse non ti serve proprio nulla, perché tu sai come uscire dall’inferno perché in quell’inferno negli anni ci hai imparato a navigare, anzi a correre, segnare, esultare e vincere!

Essere umani

Anche Barella è un essere umano in carne ed ossa, anche se all’apparenza non sembra dalla tenuta atletica dimostrata.

Essere umani. Ripartire da questo concetto, banale ma essenziale, semplice ma costruttivo.

Navigare a vista e recuperare pian piano la scena che spetta di diritto ad un calciatore fantastico.

Anche Nicoló Barella è un essere umano, dopo tutto e forse è proprio ripartendo da questa idea che si può riscoprire la semplicità e la tranquillità di un talento imprescindibile per l’Inter e per la nazionale.

Se le gambe non bastano si usa il cuore, e di quello il centrocampista sardo ne ha da vendere.

Dal paradiso all’inferno si può retrocedere è vero, l’importante però è sopravvivere alle fiamme e uscirne immortali.

Pietro Inferrera

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