Da Conte a Inzaghi: stesso modulo ma i dati evidenziano delle differenze

Secondo l’edizione odierna del Corriere dello Sport non ci sono dubbi sul vero protagonista dell’Inter di questa stagione: Simone Inzaghi.

“Chi aveva dubbi sull’adattabilità di Simone Inzaghi a una nuova realtà dopo 22 anni a Roma, tra campo e panchina, ha avuto le prime “rassicurazioni” da questo inizio di stagione, il migliore della carriera del tecnico di Piacenza. Altro che schiacciato dal peso dell’eredità di Antonio Conte. Altro che intimorito dalla possibilità di guidare per la prima volta una squadra favorita nella corsa al tricolore. Simone si è messo al volante della fuoriserie nerazzurra con naturalezza e personalità: non si è semplicemente adeguato al calcio di Conte, ma ha imposto il suo. E tra il precampionato e le prime due giornate di Serie A, sono arrivati solo sorrisi”. Questa è l’analisi del quotidiano romano che elogia il lavoro dell’allenatore per nulla intimorito dall’eredità pesante di Antonio Conte.

Entrambi fautori del 3-5-2 ma l’interpretazione del modulo è completamente diversa. Con Inzaghi la squadra ha un baricentro molto più alto. A suggello di questo, i dati forni dalla Lega Calcio per le prime 2 giornate di campionato: “l’Inter è la terza squadra per possesso della A con 29 minuti e 51 secondi di media a incontro (davanti ha la Lazio con 34’51” e il Sassuolo con 30’37”), ma è prima nella graduatoria del possesso nella metà campo avversaria con 15 minuti e 31 secondi di media (14’08” per la Lazio, 13’58” per la Roma)”.

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