L’alba del giorno dopo: che serata, che de Vrij, che Inter!

Da dove vogliamo iniziare? Dall’esultanza di Steven Zhang, Marotta e Zanetti in tribuna al fischio finale? O magari da quella di Romelu Lukaku, dopo aver mangiato in testa a Kjaer in occasione del 4-2? O ancora, da quello che ha provato ogni tifosi interista alla punizione di Eriksen?

TUTTO E IL SUO CONTRARIO, PER UN DERBY DA “CRAZY INTER”

Seguiamo l’etimologia del termine e iniziamo, appunto, “dall’inizio”. L’hype è a mille: la Juventus ha perso a Verona e c’è da dare una risposta alla Lazio. In più, è il derby, che è sempre il derby. In tutta risposta, la squadra di Antonio Conte scende in campo neanche fosse un’amichevole estiva, in piena preparazione tra l’altro. Il Milan arriva prima su tutti i palloni, pressa, gestisce sfera e ritmo. L’Inter è inerme, immobile a guardar giocare l’avversario senza riuscire realmente a fare qualcosa di concreto. Neanche il palo di Calhanoglu sveglia i nerazzurri, che continuano a fissare passivamente i colleghi rossoneri mangiarsi il campo. Nel finale arriva il meritato vantaggio rossonero – Padelli, Padelli… – a sigla di Rebic, prima del raddoppio realizzato proprio da lui, da Zlatan. Lo svedese buca Padelli di testa, si gira verso la Nord, manda un bacio e allarga le braccia. Fine, botta emotiva esagerata. Milan col doppio vantaggio all’intervallo, con il gol del numero 21 e in piena trance agonistica, sembrava davvero il concretizzarsi di un incubo.

Poi succede qualcosa di inaspettato, quasi sorprendente: l’Inter scende in campo, stavolta per davvero. Un’altra partita, letteralmente. Brozovic riapre il derby con un sinistro di rara bellezza – e non segnava dal derby d’andata – e, quasi 120 secondi dopo, Vecino pareggia i conti dopo un’ottima imbucata di Godin per Sanchez, bravo ad assistere il compagno. Dopo il 2-2 finisce la gara, lo si percepisce. L’Inter torna padrona del campo, va dentro Eriksen – che per poco non mette sotto l’incrocio una punizione da antologia – e i nerazzurri girano palla senza troppi patemi d’animo. La rete del sorpasso arriva grazie a quello che, ad oggi, è di gran lunga il miglior difensore centrale della Serie A: Stefan de Vrij. L’olandese gira di testa alle spalle di Donnarumma, “bissa” il gol nel derby dello scorso anno e conferma di essere uno degli uomini più importanti di questa squadra. C’è un palo di testa colpito da Ibrahimovic, vero, ma sembra un breve lampo di luce nell’oscurità del secondo tempo rossonero. Nel finale sigilla la serata la testa di Romelu Lukaku, pescato da Moses. Gol nel derby all’andata, gol nel derby al ritorno, 17 centri in campionato. Numeri sontuosi di Lukaku, che esulta togliendosi la maglia ma senza mostrarla al pubblico, bensì mettendola sulla bandierina del calcio d’angolo. Bandierina che poi verrà sollevata, quasi come a inneggiare all’opera di Delacroix (La libertà che guida il popolo), prima di un post sul proprio profilo Instagram: “There’s a new king in town“. L’Inter ha il suo trascinatore, e non solo davanti. Sì, perchè dietro il ragazzo olandese con la maglia numero 6 non è da meno. Pensare che è stato preso a parametro zero, poi, rende il tutto ancora più piacevole. In più, infine, ha un gruppo unito come non lo si vedeva da tempo. È pazza, perchè è pazza. E nessuno potrà mai toglierle questa etichetta, ma è ancor più bella per questo.

È stata una serata incredibile, impossibile da pronosticare anche per il più ottimista. L’Inter ha vinto il derby, ha agguantato nuovamente la testa della classifica e nella prossima settimana si giocherà tanto, tantissimo, tra Napoli e Lazio. Che serata, che Inter!

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