E’ Champions ad ostacoli per l’Inter. Eppure guadagna un punto sulle romane

L’Inter non vince ormai da sette partite. Un digiuno condito da pari all’ultimo minuto con Fiorentina e Spal e altri tre pareggi con Juve, Roma e Lazio e le due sconfitte con Udinese e Sassuolo. Un ruolino di marcia impietoso che certifica il distacco da bianconeri e partenopei, con la Lazio che solo per poco non riesce a scappare.

Crisi Inter, succede ogni anno

La Gazzetta dello Sport riassume il periodo del pianeta Inter. Il tre dicembre, anonima domenica invernale, è una data che ormai ogni interista ricorda a memoria. L’Inter non vince da quel giorno, 5-0 al Chievo, quando era capolista e sperava di aver conquistato una dimensione da lotta scudetto: il pari della partita seguente in casa della Juve sembrava confermare l’idea, poi il crollo irrefrenabile ha riportato gli interisti alle gerarchie estive. Sono nove
le gare statisticamente senza successo, rigori con il Pordenone compresi, mai così male da marzo 2012. Se arriva la Champions sarà un trionfo, ma vista da Ferrara, la frontiera sembra molto lontana. Perché il punto è anche un altro: l’Inter di questi periodi merita di tornare nella coppa più danarosa e prestigiosa?
La risposta è no. Però la crisi d’inverno può sparire, oppure la concorrenza (Lazio e Roma ieri per esempio hanno
perso) può regalare un pass ai nerazzurri, che avrebbero soltanto il dovere di accettare e non buttare il dono. A Ferrara non ci sono riusciti. Un gentile omaggio della Spal, autogol a inizio ripresa, è stato restituito al 90’, lasciando pareggiare nemmeno per caso, viste le tre occasioni consecutive, una rivale che per oltre un’ora aveva tirato in porta una volta.

Si era parlato tanto in autunno del carattere interista, della personalità che il nuovo allenatore aveva trasmesso.
Adesso queste virtù sono sparite: qui i giocatori riflettono sì gli spunti di Spalletti, ma per il ciondolare a testa bassa davanti alla panchina e non per la rabbia, la reazione, la volontà di impossessarsi della partita. L’Inter non ha velocità nel palleggio quando governa il match e non riesce a usare lo stesso fraseggio lento come schermo spegni-ambizioni per proteggersi quando tocca agli altri attaccare. L’Inter è di facile lettura: o inventa numeri da superiorità e cross sulle fasce, con Perisic e Candreva oppure non ha la soluzione di riserva se manca anche la regola Icardi, un tiro-un gol.

 

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