Samir Handanovic ha chiuso imbattuto la sfida con la Juventus. Non è un caso che il portiere sloveno non prenda gol, visto che quest’anno è l’ottava volta su sedici partite. Merito di un lavoro di attenzione di Spalletti, sopratutto tramite il vice Martusciello ma anche di un modulo che con l’esplosione di Vecino regala più sicurezza al pacchetto arretrato.
Il muro Handanovic, quando segnargli diventa complicato
Scrive La Gazzetta dello Sport che l’asse centrale che si è esaltata anche contro una Juve (che allo Stadium non restava a secco da 44 partite) ha un’altezza da granatieri in cui nessuno va sotto i 186 centimetri e in panchina come mancia ci sono i 195 di Ranocchia. Il risultato è che l’Inter nei tre incroci con le prime–tutti in trasferta – ha preso gol soltanto da Dzeko, il 26 agosto. Con Reina e Alisson (che però ha giocato una gara in meno), Handanovic è il portiere meno battuto del torneo: appena 10 reti subite, 0,625 a partita.
A Torino ha brillato soprattutto la spina dorsale bassa. A partire daHandanovic (193 cm), di nuovo decisivo e probabilmente mai così costante da quando è arrivato a Milano. Sarà la completa maturità, sarà la voglia di quella Champions che insegue da una vita, fatto sta che lo sloveno in 16 partite ha avuto solo un paio di passaggi a vuoto
Ogni tanto Joao sbaglierà qualcosa in uscita, ma ha soffocato il Pipita a colpi di anticipi e ruvidezze da vero leader
Il capolavoro però contro la Juve lo ha fatto anche Vecino (187 cm). Senza Gagliardini per tre quarti di gara, il lavoro sporco è toccato soprattutto all’uruguaiano che tra agonismo, compasso lungo e intelligenza tattica è stato uno schermo invalicabile, sporcando le linee di passaggio avversarie e provando anche qualcuna delle sue ripartenze.
Il trapianto viola è completato da Borja Valero, altro insostituibile anche se con i suoi 175 centimetri sporca la media del muro. Tornato davanti alla difesa con l’inserimento di Brozovic, lo spagnolo mai come a Torino è stato la balia nerazzurra. Il riferimento cui appoggiare palloni che scottavano causa pressing bianconero e che lui gestiva con la calma dei grandi.