Ecco la seconda parte dell’intervento di Piero Ausilio, direttore sportivo dell’Inter, al Corso di perfezionamento in Diritto Sportivo e GIustizia Sportiva, presso l’Università degli Studi di Milano. Come per la prima le parole sono state riportate da Calciomercato.com
LE DICHIARAZIONI DI AUSILIO
“Abbiamo iniziato con il grande entusiasmo della nuova proprietà, c’era un allenatore che aveva iniziato la preparazione e poi a una settimana dall’inizio della stagione, per mille motivi, si decide di mandarlo via o se ne è andato lui. E così siamo andati su un allenatore che non conosceva il calcio italiano. Ma in quel caso anche chi non ha immaginazione poteva capire che non è un modo di cominciare la stagione. Perché si parte male, in ritardo rispetto agli altri. Devi cominciare da capo con la preparazione, con la conoscenza dei calciatori e devi anche riprendere il concetto di squadra. Dato che chi c’era prima preferiva un modulo diverso, o si fidava di alcuni calciatori invece che di altri”.
PROGRAMMARE MALE
“Nel calcio è come nelle aziende, se non programmi bene, puoi andare incontro a una stagione negativa. L’Inter quest’anno ha programmato male, abbiamo cambiato 4 allenatori, arriveremo settimi o ottavi. Eppure la rosa dell’Inter è una rosa di buoni calciatori. Chi oggi dice che la rosa è scarsa, prima diceva che l’Inter era la vera antagonista della Juve. Lo ha detto Allegri, ma anche Sarri e Spalletti. Ma se non si programma in un certo modo, tutto poi diventa relativo”.
“Noi come società dobbiamo anche essere più forti a livello di comunicazione. Quando dovevamo affrontare la Juventus a Torino, c’è stato un giornale che ha aperto con Conte all’Inter. Abbiamo perso la partita e per tutta la settimana si è parlato dell’allenatore che sarebbe venuto al posto di Pioli. È in quei momenti che devi dare sostegno all’allenatore. Oggi il calcio è soprattutto comunicazione, inutile stare qui a raccontarcela. Poi ci sono tv che trasmettono per 24 ore e devono per forza ogni giorno dire qualcosa. Tolta la Spagna, non esistono paesi in Europa dove ci sono tre giornali che tutti i giorni devono parlare di calcio e parlare di calcio significa parlare di mercato. Quindi ogni giorno devono inventarsi qualcosa sui calciatori o sugli allenatori. Qualcuno va e qualcuno viene”.
L’IMPEGNO DEI GIOCATORI
Nelle ultime partite non abbiamo visto giocatori correre. Si allenano abbastanza, hanno voglia di stare insieme?
“Ad Appiano non c’è gente che non si allena. Si allenano e anche bene. Siamo lì tutti i giorni. Manca il senso di solidarietà, non sono riusciti a creare il gruppo per questioni di etnia, di età, ma anche di personalità e valori umani. Non ci sono cattivi ragazzi, arrivano al mattino, fanno colazione insieme e si allenano bene, si fermano a pranzo. Fai anche fatica a trovare cose negative, ma sicuramente hanno i loro difetti. Non sono un gruppo solidale tra loro, ci sono tanti gruppetti e tanta gente che pensa a se stessa. Ognuno non fa più del suo, non c’è grande personalità e forza d’animo”.
L’ALLENATORE
La scelta andrà su un allenatore alla Conte?