ESCLUSIVA – Luisito Suarez (1/2): “Da Suning mi aspetto fatti e rispetto per la storia dell’Inter”

La leggenda nerazzurra, in campo e fuori, Luisito Suarez ha rilasciato in esclusiva per SpazioInter.it un’intervista sul momento difficile della Beneamata. Lucidità, esperienza e attaccamento alla maglia, uno straordinario attaccamento ai colori, alla storia ed al blasone dell’Inter, questo è quello che è emerso ancora una volta dalle sue parole.

SUAREZ: “ALL’INTER C’E’ CONFUSIONE”

Quello che ci aveva preventivato mesi fa si è puntualmente avverato: società, allenatore, Joao Mario, Gabigol, Kondogbia…
“Devo ammettere che purtroppo sì, si è avverato tutto. Non era difficile da prevedere, anche se speravo succedesse l’esatto contrario”.

Ci spieghi. 
“All’Inter in questo momento non si capisce nulla, la società c’è e non c’è, l’allenatore è sempre messo in discussione, i giocatori sono mediocri e fanno quello che vogliono senza che nessuno intervenga e l’allenatore è isolato, scoraggiato e demotivato”.

Chi è il maggior responsabile della crisi nerazzurra?
“Io magari ho tanti anni, sono rimbambito e non capisco, ma se c’è qualcuno che sa indicarmi chi fa cosa all’interno della società e mi sa indicare veramente un colpevole, lo ascolto volentieri, così ce la possiamo prendere con lui”.

A proposito di anni, ieri ha spento 82 candeline, che regalo vorrebbe da Suning?
“Da loro vorrei iniziare a vedere fatti e non soltanto parole, ma se proprio devo chiedere qualcosa vorrei che rimettessero il nome di Angelo Moratti al centro sportivo . Vede, non è soltanto un nome e non si tratta di soldi, è iniziare con il piede sbagliato e vuol dire non conoscere, non capire e cancellare la storia di un club come l’Inter. Angelo è una delle figure più importanti nella storia nerazzurra, è colui che ha trasformato l’Inter in una società vera, internazionale e vincente. I soldi non bastano per dirigere l’Inter, anche ammesso che ne abbiano davvero tanti come si sente sempre dire da più parti, ci vuole ben altro e sarebbe l’ora che passassero dalle parole ai fatti”.

Come?
“Innanzitutto rispettando i colori che rappresentano, poi costruendo una società con poche figure e dai ruoli ben chiari. Chi fa il ds, chi il dt, chi affianca l’allenatore e così via. Servono figure presenti e soprattutto competenti. E’ l’ora che tutti si assumano le responsabilità e ci mettano la faccia”.

 

 

 

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