Inter, i rigori a favore dal 2013/2014 sono tredici. Quelli della Roma da inizio anno sono undici

Anche ieri pomeriggio, in Inter-Empoli, c’è stato un episodio arbitrale che ha fatto discutere. La spinta di Diousse ai danni di Eder non è stata sanzionata dall’arbitro Celi. Questo è solo l’ultimo di una serie di episodi non sanzionati. Per l’Inter rigori sembrano non poter essere mai fischiati. E le statistiche sono sconcertanti.

INTER RIGORI A FAVORE DAL 2013/2014: TREDICI 

Dati alla mano, l’Inter sembra proprio non avere fortuna con i rigori, a voler usare un eufemismo. In questa stagione, i nerazzurri hanno ricevuto soltanto due massime punizioni, entrambe in casa. In entrambi i casi, è stato Icardi a presentarsi sul dischetto. Contro il Cagliari, nel pieno della contestazione per l’autobiografia, il capitano ha fallito la realizzazione. Preciso, invece, il destro che ha chiuso la gara casalinga con il Crotone, l’unica di Vecchi in campionato.

La statistica allarmante, invece, riguarda i recenti numeri dell’Inter in campionato. 55 rigori a partire dalla stagione 2007/2008. Una media di 5 rigori a stagione. Statistica che si aggrava se si considerano i 10 rigori nel primo anno di questa classifica e gli 11 del 2011/2012. A partire dal 2013/2014 ad oggi, cioè in tre anni e mezzo, l’Inter ha ricevuto tredici rigori a favore. In sole ventiquattro giornate, la Roma ne ha ricevuti solo due in meno, undici. Quasi un rigore ogni due partite. Una differenza abissale.

PESANO GLI ERRORI ARBITRALI A FAVORE DEI NERAZZURRI

La storia recente, insomma, non mente: all’Inter non possono essere concessi rigori. Gli ultimi due episodi in ordine cronologico, la spinta di Diousse e la trattenuta di Lichtsteiner, sono solo una piccola prova del pessimo rapporto tra Inter e classe arbitrale. La delusione, e la rabbia, aumentano se si considera il paragone con le due regine recenti dei calci di rigore, Milan e Roma. I giallorossi, in particolare, sembrano recentemente godere di una sorta di immunità. Ad ogni singolo contatto, gli arbitri non esitano ad indicare il dischetto. Il rigore di Crotone, concesso per fallo su Salah e reputato indiscutibilmente inesistente dal designatore Nicchi, è solo l’ultimo esempio. Quello in Coppa Italia contro il Cesena, inoltre, si commenta da solo.

Lo stesso designatore, quando gli viene chiesto della sudditanza psicologica, nega l’esistenza di questa forma di comunicazione. Ma la pressione psicologica fatta dai giocatori dell’Inter e da quelli della Roma è agli antipodi. Comportamento che si sposa con i numeri riguardanti le due squadre. E anche quando si tratta di sbagliare, non succede mai a favore dei nerazzurri. Per carità, un errore è sempre un errore, ed è sempre consigliabile evitarlo. Ma questo, sistematicamente, avviene sempre nei confronti delle stesse squadre.

POCHI RIGORI NON VUOL DIRE DIFFICOLTA’ NEL PRESENTARSI IN AREA AVVERSARIA

Il primo pensiero che può sfiorare la mente dopo aver consultato questi numeri è una domanda, ad onor del vero, lecita. Non saranno così pochi i rigori per via della mancanza di pericolosità e presenza in area? I numeri di ogni singola partita dell’Inter, a dire la verità, non sostengono questa ipotesi. L’Inter è prima per numero di cross, ai vertici per numero di tiri in porta a partita e per possesso palla. I nerazzurri, insomma, attaccano, e molto. Gli episodi sono a favore. Il problema è rappresentato, semmai, dalla classe arbitrale, inspiegabilmente restìa a concedere la massima punizione. In altri casi, basta uno spostamento d’aria, invece, a concedere il rigore.

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