Candreva story – Dagli esordi di Terni all’esplosione con la Lazio, ecco quanto è cresciuto

Antonio Candreva, alla soglia dei 30 anni, sta per avere la sua grande occasione, sportiva ed economica. Essere protagonista in una squadra che abbia l’ambizione di tornare a lottare stabilmente per il vertice. Non che finora abbia solo frequentato i bassifondi del nostro campionato, anzi, ha già vestito la maglia della Juventus, seppur nel suo periodo peggiore degli ultimi anni, e con la Lazio nel 2015 è stato autentico trascinatore di una bellissima rincorsa al terzo posto. E’, da anni, uno dei capisaldi della Nazionale italiana, con i quali ha partecipato ai mondiali brasiliani e ai recenti europei, sempre ben figurando.

Eppure la sua carriera era a iniziata a Terni, in B, dove in tre stagioni segna appena un goal. Non molti per un centrocampista offensivo, ma le qualità già si notano e l’Udinese decide di acquistarlo, sebbene poi i friulani non punteranno mai realmente sul romano. Prima lo girano in prestito al Livorno, dove in un anno e mezzo guadagna la promozione in A e si mette in evidenza come uno dei migliori giovani prospetti del campionato, tanto da convincere la Juventus a puntare su di lui. E’ il 2010, i bianconeri arrancano a metà classifica e la strada è dura, ma lui si mette in evidenza con qualche goal e guadagnandosi la convocazione per la lista allargata dei 30 in vista del Sudafrica.

candreva juveNonostante ciò, non arriva quel salto di qualità che molti si aspettavano nell’immediato. Torna spesso alla base, Udine, per poi subito ripartire alla volta della provincia, prima Parma, poi Cesena, giocando bene, segnando qualche goal, ma rischiando di rimanere in un limbo sospeso a metà tra la mediocrità e il successo. La Lazio punta su di lui nel gennaio del 2012, in quella che potrebbe sembrare una nuova semplice tappa di una carriera itinerante, visto che i tifosi lo osteggiano per il suo (presunto) passato da tifoso romanista. Invece, proprio con la maglia che forse non desiderava indossare da bambino, matura come un grande calciatore.

Si guadagna in fretta un posto da titolare, suda, lotta, segna, fa ricredere e innamorare i tifosi, in un rapporto che trova la sua sublimazione nel goal su punizione segnato al derby nella stagione 2012/2013 e nella Coppa Italia del celebre 26 maggio al termine del medesimo anno. Crescerà ancora, fino a diventare quel giocatore ammirato nelle ultime tre stagioni, ormai stabilmente ala destra, in grado di andare sempre oltre la doppia cifra e di ergersi a titolare indiscusso della nostra Nazionale.

Ora, l’ultimo step sembra arrivare: una big pronta ad acquisirlo nel pieno della sua maturità calcistica, pronti, insieme, a veleggiare in alto verso una definizione consacrazione, verso una storia che possa riservare goal e trofei, gioie e soddisfazioni per entrambi.

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