Suazo: “All’Inter una bellissima esperienza. Giudicato per il colore della pelle? Sì e non capivo perchè”

Quasi 300 ragazzi delle scuole elementari e medie del territorio hanno partecipato questa mattina a San Siro alla giornata conclusiva della campagna #TweetOffRacism di @tifopositivo, proprio nella Giornata Mondiale contro il razzismo.

A testimoniare l’importanza dell’iniziativa e dell’educazione dei ragazzi su questo tema, anche l’ex giocatore dell’Inter David Suazo: “Iniziative del genere sono molto importanti. I bambini sono spontanei, quando sentono qualcosa lo ripetono perciò bisogna stare attenti e spiegare bene quanto sia vergognoso il razzismo. Loro sono il futuro, quelli che andranno allo stadio ma non solo, ed è importantissimo che capiscano che non ci devono essere differenze”.

Suazo ha incontrato gli studenti all’interno dello spogliatoio dei nerazzurri, un luogo speciale dove ha risposto alle tante domande dei ragazzi: “È stata una bellissima emozione giocare all’Inter. Quando arrivi in questa squadra pensi, ma allora sono bravo! È un po’ come per voi ragazzi arrivare all’Università. Per diventare calciatore, o dottore, o qualsiasi cosa vogliate fare da grandi, l’importante è inseguire i propri sogni”.

Suazo2

Com’è stato, per un ragazzo arrivato in Italia dall’Honduras appena ventenne, integrarsi con una cultura così diversa? “Dopo una settimana volevo tornare a casa, non conoscevo la pasta né la pizza! I primi momenti sono stati un po’ difficili, ma poi gli amici mi hanno aiutato e dopo 16 anni vivo ancora in Italia. Significa che in fondo mi sono trovato bene”.

Al termine di un percorso iniziato nelle scuole e proseguito a San Siro, i ragazzi hanno affrontato il tema del razzismo, non solo nel calcio ma anche nella vita di tutti i giorni: “Giudicato per il colore della pelle? Purtroppo sì e non si capivo il perché. È molto brutto, quando succede è normale rimanerci rimani male. Per me è stato importante avere i compagni vicini in quei momenti e bisogna tenersi dentro i momenti belli che anche il calcio sa regalare. Il tifo dovrebbe essere a vantaggio della propria squadra, non bisogna usarlo per insultare gli avversari. Questo modo di pensare deve cambiare e sarete voi bambini, che rappresentate il futuro, a dover cambiare le cose”.

Impostazioni privacy