Bolingbroke: “Nessun problema sul FFP, puntiamo al pareggio di bilancio in 18 mesi. Su San Siro invece…”

Il CEO dell’Inter Michael Bolingbroke ha accompagnato Thohir nell’importante incontro con Barbara Berlusconi, amministratore delegato del Milan per la questione San Siro. Poco prima  del meeting sullo stadio, ha rilasciato significative dichiarazioni sul FFP e sui progetti nerazzurri per San Siro:

“C’è un accordo sul FFP ed è un accordo su base biennale, riguarda l’esercizio in corso e il prossimo. Per ora il primo obiettivo da raggiungere è di -30 milioni massimo per il primo anno e arrivare poi al pareggio il prossimo. Per noi è importante rispettare il contenuto di questo accordo, perché vorrebbe dire che in 18 mesi saremmo in pareggio. Naturalmente per poter fare questo abbiamo mantenuto e manteniamo un contatto costante con l’UEFA. Capiscono quanto stiamo facendo e capiscono che il nodo è il pareggio. Ad esempio se domani ricevessimo meno soldi di quanto previsto dall’accordo dei diritti tv, l’UEFA non prevederebbe delle sanzioni, capirebbero la nostra posizione. Il loro ruolo non è quello di sanzionare, ma permettere a tutti i club di raggiungere il pareggio. Per quanto ci riguarda, penso che possiamo farcela, ci stiamo lavorando, anche se ovviamente non è certo facile. Sostengo in pieno il FFP, ma è ovvio che due anni non sono tantissimi, perché si tratta di dare una sterzata decisa. Confermo che ci chiedono di rimanere nel limite di una perdita di 30 milioni il primo anno, ma ricordiamoci che il FFP ha dei principi diversi rispetto alla nostra contabilità di bilancio: tante spese che il Club sostiene, da loro non vengono conteggiate perché sono ritenute ‘virtuose’. L’UEFA sconta a nostro favore tutto quello che viene speso per esempio per Inter Campus, per il settore giovanile, o tutto quello che si spende per lo stadio e per i lavori in vista della finale di Champions League. Se non dovessimo qualificarci in Champions League? Sarebbe ovviamente una delusione per noi, come per tutti i tifosi, ma non un disastro, perché il nostro è un piano quinquennale e non di 5 minuti. È importante che tutto venga collocato in una prospettiva di lungo termine”.

Il Ceo nerazzurro si è anche soffermato sulla questione stadio: “L’obiettivo del Milan negli scorsi due anni era quello di costruire un nuovo stadio al Portello e quindi noi ci siamo concentrati su cosa fare con lo stadio come se lo avessimo in gestione da soli. Ci siamo dati da fare per far produrre ad una equipe di architetti ed esperti di investimento un progetto per 100/200 milioni, che abbiamo presentato al Comune ed è piaciuto molto, loro erano soddisfatti. A quel punto il Milan ha cambiato idea, ci hanno chiesto di poter vedere il progetto e noi l’abbiamo condiviso con loro. Poi ci hanno chiesto tempo per pensarci prima di darci una risposta. Adesso, quando ci incontreremo nel pomeriggio (di ieri, ndr) sarà un momento molto importante, ascolteremo cosa hanno da dirci e cosa vogliono fare. Non abbiamo la prospettiva di obbligarli a fare quello che vogliamo noi, proponiamo una cosa e sarebbe fantastico mettere insieme un’idea che vada bene per entrambi. Ascolteremo quello che sarà il feedback di Barbara Berlusconi per poi mettere insieme dei piani e dei progetti condivisi da portare avanti”.

Fonte: inter.it

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