Podolski e quella maglia interamente da riconquistare

L’arrivo di Lucas Podolski nel mercato di gennaio, a distanza di pochi giorni da quello di Xherdan Shaqiri, aveva illuminato gli occhi del popolo interista, pronto a tornare ad incitare ed esultare per le giocate e i gol per due giocatori di caratura internazionale che un po’ scarseggiavano nella rosa nerazzurra.

Se l’approdo dello sgusciante attaccante svizzero ha convinto la maggior parte della critica, questo non si può certo dire del neo campione del Mondo tedesco che, dopo i controversi anni all’Arsenal sotto la guida di Wenger, sembrava in procinto di prendere la squadra nerazzurra per mano soprattutto in virtù della sua bravura ed esperienza a certi livelli.

L’esordio nella tana della Juventus a gara in corso e l’ottima prova da titolare contro il Genoa a San Siro avevano un po’ ingannato sul precario stato di forma di Podolski, ma le ultime apparizioni non hanno lasciato scampo ad ogni dubbio. La trasferta di Empoli, la gara casalinga persa contro il Torino ed infine lo scivolone di Reggio Emilia hanno definitivamente convinto Roberto Mancini di prendere in considerazione l’idea che per lui fosse già tempo di guardare i propri compagni dalla panchina e, sia nella sfida da dentro o fuori in coppa Italia con il Napoli che nell’ultima vittoriosa gara contro il Palermo, è stato così per tutti i novanta minuti.

Non una bocciatura completa per intenderci, ma sicuramente in questo delicato momento della stagione non ci si può permettere di avere un giocatore a mezzo servizio, seppur della qualità del tedesco. Il tecnico di Jesi probabilmente insisterà ancora con lui anche perché tra una settimana ci sarà il ritorno in campo dei nerazzurri in ambito internazionale contro il Celtic di Glasgow e Podolski non è stato inserito nella lista Uefa presentata qualche giorno fa.

Motivo in più per potersi allenare con costanza e preparare con maggior cura e dedizione un solo appuntamento alla settimana. L’obiettivo primario dovrà essere assolutamente quello di tornare il più in fretta possibile al livello fisico ed atletico dei suoi compagni di squadra, così da poter dare il proprio contributo nella seconda importante parte di stagione e far ricredere tutti gli scettici che lo considerano un uomo poco adatto al gioco di Mancini ed, in linea più generale, poco incline a rendersi pericoloso nell’esasperato tatticismo che regna nel campionato italiano.

 

 

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