Cesena – Inter, un lampo di gioco nella tempesta

La gara di ieri ha mostrato, ancora una volta, quanto l’Inter faccia difficoltà a creare occasioni da gol chiare e limpide. Troppo lenta la manovra nerazzurra, che risulta prevedibile e facilmente contrastabile dagli avversari di turno.

Come era successo nelle precedenti gare, in particolare in trasferta, gli uomini di Mazzarri non riescono a scoprire e a scardinare le difese avversarie, a causa di un giro palla con troppi tocchi, troppo orizzontale, con il quale spesso le azioni si incartano, dovendo tornare fino ad Handanovic per ricominciare, o nei peggiori dei casi si regala il pallone agli avversari.

Fino al 30° la partita aveva negato qualsiasi tipo di emozione, con i due portieri mai chiamati in causa. Qualcosa di buono, però, si è visto. L’azione che ha condotto al rigore per l’Inter è stata costruita con le tempistiche giuste e i movimenti giusti. Proprio quei fondamentali tattici di cui Mazzarri aveva parlato il giorno prima in conferenza. Dopo un fraseggio, solito e ripetitivo, tra i tre di difesa, messi in difficoltà dal pressing asfissiante del Cesena, Ranocchia ha verticalizzato ottimamente per Dodò, libero a lato, il quale conducendo il pallone in fascia ha saputo trovare Hernanes al limite dell’area. L’invenzione del Profeta ha fatto tutto il resto, ma è stata la costruzione dell’azione a permettere ai nerazzurri di trovare scoperti gli avversari.

Da questa azione l’Inter deve ripartire e lavorare per migliorare il suo gioco. Dall’espulsione in poi c’è stata molta più libertà di manovra e Kovacic&co hanno avuto modo di creare varie occasioni da rete, sprecate però dagli attaccanti.

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