Moratti: “Thohir si circondi di interisti. Ricordo con orgoglio il mio primo derby perchè…”

Ai microfoni di Telelombardia, Massimo Moratti ha parlato anche dei possibili cambiamenti dell’Inter di Erick Thohir: “Tre consigli? Tre sono troppi, non ci arrivo. Ma uno sì, ovvero quello di circondarsi di interisti, che non vuol dire circondarsi di persone che parlino dell’Inter a vuoto, ma di gente che capisca e sappia cos’è il carattere dell’Inter e dei propri tifosi, che è diverso da quello della Juve e del Milan. L’Inter è diversa. Cambierà sicuramente il carattere della Società perché un presidente influisce, ma ci sono caratteristiche che non possono cambiare mai, che sono quelle per le quali uno o è interista o non lo è. Per quello parlo dell’importanza di uno come Zanetti, perché è bene che chi è in questo club ne conosca la storia, ricordi certe cose, ti aiuti a capire, ti aiuti a prevenire dei problemi. Per questo gli dico che deve mettersi vicino persone che vogliono bene all’Inter e non solo persone che siano dei buoni professionisti.L’Inter ha la fortuna di avere tanti tifosi tra cui tantissimi professionisti a livello importante che vorrebbero dare una mano, è un’occasione. Tutto il resto non vale, perché la nuova proprietà deve imprimere il suo carattere, fissare i suoi obiettivi, e non si può confondere con altro, sarebbe uno sbaglio”.

Tornando a parlare delle vittorie centrate sotto la sua gestione, il presidente onorario nerazzurro ammette: “La Champions League è certamente un successo importante, mi ricorda cose fantastiche, ma a volte una partita ti dà più gioia di quanto possano darti altre vittorie. E quella partita è stata il primo derby appena diventato presidente. Loro erano secondi in classifica e noi non eravamo in grande spolvero, avevo preso l’Inter in un momento non facile, non avevamo molti punti. Ma ho avuto la fortuna che nelle prime partite, tra cui appunto un derby, andò bene. Il Milan non partiva favorito, ma centomila volte favorito. Weah sbagliò credo l’impossibile e noi facemmo una partita di carattere ed aggressività talmente bella che vincemmo tre a uno, con tanto di trionfo finale e gol di Berti. Quella partita mi rimane in mente come una gara di orgoglio e di grande dispetto anche perché gli altri erano convinti di essere fortissimi. Prima della partita avevo incrociato Galliani e gli avevo detto anche: ‘Mi raccomando, non esagerate, abbiate anche educazione del nuovo presidente’. E loro: ‘Sì, sì’, convintissimi di vincere e invece ottenemmo una vittoria meravigliosa per cui mi sentivo veramente felice (sorride, ndr). E questo può essere un ricordo molto più piccolo rispetto a tutto quello che abbiamo vinto in quei cinque anni, ma mi è rimasto in mente”.

In quel derby segnò anche Seno, una grandissima persona – prosegue -. Prima di quella partita mi chiamò Bianchi dicendomi che non poteva giocare, cosa che sosteneva anche il dottore. Gli abbiamo detto di non giocare perché avrebbe rischiato. Lui si impuntò dicendo che si sentiva bene: fu il migliore in campo, fece un gol e una partita incredibile. Un eroe, davvero, giocò sapendo di rischiare. Lo ammiro tanto per quello che ha fatto. Bianchi poi aveva una speciale antipatia per Berlusconi e per caricarli disse qualcosa ai giocatori, qualcosa di irripetibile (ride, ndr). Entrarono in campo come dei leoni, aveva un caratteraccio… (sorride, ndr). E’ un personaggio un po’ speciale, ma sapeva caricare i suoi uomini, specie nei derby”.

“Poi, dopo quel derby, c’è la partita di Siena del 2010: è stata una gara di grande sofferenza, ma lì vincemmo il campionato, fu una sofferenza che portò a una grande gioia. Madrid poi è stata una grande vittoria finale, ma non abbiamo sofferto, è stata una festa, una serata nella quale Mourinho ha dimostrato di essere un grande allenatore perché certe sfide non le perde mai. La grande sofferenza era stata a Siena perché loro giocarono come fosse una finale anche se erano già retrocessi. Poi la Champions fu il coronamento di tutto. E’ un fatto personale, a volte da una grande sofferenza deriva una grande gioia.

 

Fonte: inter.it

 

 

 

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