Mazzarri: “Stagione particolare, servono ottimismo e pazienza. Le chiavi del successo sono…”

Walter Mazzarri in occasione dell’uscita della sua prima biografia, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista oggi alla Gazzetta dello Sport. Ecco quanto evidenziato da SpazioInter:

“In confronto a quello che ho passato negli scorsi anni, le cose successe nell’ultimo mese sono nulla. Ma secondo Lei sono uno che si butta giù? A volte mi sento incompreso perché mi sembra di parlare nel deserto e non mi riferisco all’Inter. E perché a volte le cose che mi riguardano non vengono valutate per come sono davvero. Qui può entrare in merito l’Inter: ancora ho il dubbio che non si siano capite fino in fondo le difficoltà di una stagione anomala come questa. Se avrei detto sì a Moratti pur sapendo di Thohir? Non lo nego: mi sono trovato di fronte ad uno scenario diverso da quello che avevo immaginato. Però con i se e con i ma non si fa la storia: come sempre, cercherò di trasformare in positivo una situazione imprevista e complicata. Per me questo è uno stimolo in più. Ci sono ancora molti margini per valutare questa stagione in modo positivo perché ci crediamo tutti. E già solo quello che mi hanno scritto i tifosi in Inter-Chievo mi ripaga di tutte le difficoltà. I tifosi possono dare una forza che neanche loro immaginano. Noi dobbiamo aiutarci da soli, mettendoci come minimo sullo stesso livello di corsa ed attenzione delle avversarie. Per la condizione fisica, questa settimana lavoreremo sulla brillantezza. Per il resto, va migliorata la lucidità nella ricerca della soluzione giusta perché io la vera involuzione nel gioco dell’Inter credo sia questa: non siamo più tranquilli nell’ultima giocata”.

Il tecnico continua: “Ho detto che l’Inter gioca meglio in casa sottolineando un paradosso: contro chi ci lascia giocare e deve giocare abbiamo sempre fatto bene, squadre forti comprese. Ora in trasferta dobbiamo affrontare la Juventus, poi la Fiorentina ed ancora la Roma. Punto sulle partite in casa per affrontare quelle esterne con più forza e senza paura. Per questo abbiamo bisogno di tornare a giocare a San Siro sperando di trovare nel nostro stadio quello che c’è sempre stato e ci può essere d’aiuto per superare questo momento. Mi auguro che possa accadere il prima possibile. Le chiavi del successo sono organizzazione, umiltà e rigore tattico: con questa ricetta ad inizio stagione vantavamo il miglior attacco del campionato. Fosse per me giocherei sempre con quattro punte ma le valutazioni vanno fatte di volta in volta, per non far vacillare gli equilibri”.

SU CONTE. “E’ da un po’ che non mi dimentico di dagli la mano, con il tempo ho imparato ed è successo anche quest’estate in America. E’ migliore di tante cose che ho detto in passato”.

SU ICARDI. “So che i tempi sono cambiati e tutte le decisioni che prendo lo faccio per il bene del gruppo e della squadra, non solo del singolo”.

IL FUTURO. “Sono tranquillo. Nel momento in cui capisco che più di questo non posso dare, sono pronto a farmi da parte. Qui arrivo da vice campione d’Italia, con 10 anni di A alle spalle ed un’ottima esperienza. So cosa fare per rendere questa squadra grande”.

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