Contro il Livorno torna a brillare la stella di Kovacic, ma il giovane croato è ancora senza ruolo

Mateo Kovacic Inter-LivornoLa vittoria di sabato sera a San Siro contro il Livorno di Nicola ha permesso all’Inter di avvicinarsi sensibilmente al gruppo di testa. Infatti, complice anche la vittoria della Juventus sul Napoli e il sorprendente pareggio strappato nel finale dal Sassuolo all’Olimpico contro la Roma, i nerazzurri si sono portati a soli tre punti dal terzo posto, occupato dai partenopei. Fermo restando che la Juventus ha ripreso quella marcia inarrestabile che la pone di diritto come favorita per la vittoria finale, adesso la squadra di Mazzarri è in piena lotta per un posto nell’Europa che conta. Per raggiungere questo traguardo importante, ci sarà bisogno dell’apporto di tutti, soprattutto di quei giocatori di caratura internazionale.

Tra questi ci sono sicuramente Palacio, Guarin e Alvarez. I tre sudamericani però, nel match casalingo contro il Livorno, non sono riusciti a mettersi in luce come nelle precedenti giornate, andando a sbattere più volte contro il muro amaranto. Il Trenza non è praticamente mai riuscito a liberarsi in zona gol, mentre Ricky e il centrocampista colombiano hanno offerto una prestazione piuttosto anonima.

Le fiammate più importanti sono arrivate con l’ingresso in campo di Mateo Kovacic, che ha inventato la giocata eccezionale che ha portato al raddoppio di Nagatomo nel finale. Dribbling secco su due avversari e imbucata vincente per l’inserimento del giapponese. Nonostante un ingresso in campo piuttosto timido in luogo di uno spento Alvarez, il talento croato ha trovato comunque la giocata vincente quando il risultato poteva ancora essere in bilico.

Mateo mostra ancora parecchio imbarazzo nel ruolo di mezzala e anche da trequartista pare faccia molta fatica. Predilige essere nel vivo del gioco, partendo da posizione molto più arretrata: se è vero che Cambiasso è inamovibile nel ruolo di vertice basso, chissà che in futuro non si possa provare un centrocampo a quattro, trasformando il 3-5-1-1 in un 3-4-2-1 (o 3-4-1-2) e riportando l’ex Dinamo Zagabria nel cuore della manovra, dove la sua qualità risulterebbe fondamentale per permettere alla squadra di essere più imprevedibile.

 

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