Benedetta sosta: lavoro, tattica e preparazione per tornare a vincere

Benedetta sostaContro la Roma di Garcia è arrivata la prima sconfitta stagionale dei ragazzi di Mazzarri. Era prevedibile, vista la forza (atletica e tecnica) dell’avversario e i problemi in casa Inter, soprattutto alla voce infortunati. Mazzarri ha detto che la sosta è un peccato, perché voleva cancellare da subito la partita contro i giallorossi. Forse invece è meglio così: due settimane di lavoro, seppure senza i nazionali, per far rifiatare il gruppo e recuperare gli indisponibili, ma soprattutto per continuare il percorso di crescita che pare essersi arrestato da un paio di gare.

Mazzarri non ha ancora risolto alcuni dilemmi tattici decisamente rilevanti. Primo tra questi l’impiego delle due punte dall’inizio di gara. Il suo schema preferito è infatti il 3-5-2, con una coppia di attaccanti sempre in campo: una prima punta più fisica e una seconda più veloce e abile nel dribbling. Era così con Cavani e Pandev a Napoli, con Hamsik a fare da suggeritore dietro le punte. Non è per nulla così all’Inter, dove il mister toscano continua a schierare un 3-5-1-1 iper prudente, con Alvarez impiegato come “falso undici” al fianco del sempre più solo Palacio.

Contro la Roma, ma già nei primi tempi con Genoa, Juventus, Fiorentina e Cagliari, è apparso evidente come l’impiego di una sola punta limiti eccessivamente il potenziale offensivo nerazzurro. Palacio non può reggere sulle proprie spalle tutto l’attacco, lui che è un contropiedista nato, non certo un attaccante boa. In attesa del recupero di Milito, colpito da un altro infortunio, sarebbe saggio tentare la carta Icardi, ancora acerbo, ma sicuramente dotato di abbastanza talento e personalità per giocarsi una maglia da titolare in un momento di crisi.

Se Mazzarri non l’ha ancora fatto è perché evidentemente non si fida della tenuta difensiva della squadra, anche se accontentarsi del 3-5-1-1 sarebbe però un errore. Nei prossimi giorni il mister dovrà trovare una soluzione al rebus tattico interista, per salvaguardare l’equilibrio ritrovato senza rinunciare alla pericolosità offensiva. Inoltre, Mazzarri cercherà di ritagliare un ruolo per Kovacic, apparso in crescita dalla partita di Trieste, ma troppo sacrificato nel terzetto di centrocampo. C’è da lavorare molto ancora per poter costruire una squadra che lotti per arrivare al terzo posto.

Le due settimane della sosta arrivano al momento opportuno anche per un altro motivo: il recupero degli infortunati. In questo senso sarebbe fondamentale ritrovare Campagnaro già nella partita contro il Torino. Senza di lui la difesa è apparsa sbandata, senza un riferimento, un po’ come quando mancava Samuel nell’Inter di Mourinho. Con lui dovrà ritrovare la forma migliore anche Alvarez, fermato da un problema alla caviglia.

In generale l’Inter dalla partita contro la Fiorentina a San Siro è apparsa in calo di energie fisiche e mentali. Questi giorni di preparazione serviranno per riforgiare lo spirito guerriero che aveva contraddistinto i nerazzurri nelle prime partite di campionato. Una qualità fondamentale per colmare le lacune tecniche e tattiche dell’attuale rosa.

L’Inter non era da scudetto prima della Roma, non è una squadra da buttare ora. Certo vanno risolti alcuni problemi su cui Mazzarri sta lavorando da tempo: sigillare la difesa, schierare le due punte senza perdere equilibrio, non sprecare il talento di Kovacic. L’importante è non accontentarsi di quello che si è già fatto e sfruttare la sosta per cancellare tutte le note negative. Per tornare a vincere, da subito.

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