Deki, record e addio: “Sono soddisfatto della mia carriera, ho giocato sempre con il cuore”

Stankovic SerbiaIl suo magico destro ha infiammato i cuori di migliaia di tifosi interisti e incantato l’ambiziosa platea di San Siro sin dal gennaio del 2004. Anni di vittorie, di passione e di attaccamento incondizionato ai colori che gli hanno permesso di salire sul tetto del mondo: il nero e l’azzurro. Una carriera costellata di successi, di momenti memorabili e ricordi incancellabili, di esultanze e gol al limite dell’impossibile: questo è Dejan Stankovic, uno dei calciatori più vincenti della storia del campionato nostrano e il più rappresentativo del proprio Paese.

Dopo aver salutato tra gli applausi scroscianti l’ambiente nerazzurro, ora è giunto il momento di dire addio alla Nazionale serba durante l’amichevole in programma venerdì contro il Giappone di Zaccheroni. Ancora un’ultima volta per il Drago che, proprio contro i nipponici, agguanterà un nuovo record, collezionando il centotreesimo gettone con la propria rappresentativa. Quando mancano ancora due giorni all’evento, Stankovic ha parlato delle proprie sensazioni ed emozioni ad alcuni giornalisti serbi: “Da quando ho capito che si stava ormai avvicinando questo momento, il mio stomaco ha cominciato a brontolare. Non vedo l’ora, ho parlato con molte persone, le quali mi hanno detto che sarà un bellissimo pomeriggio, ricco di fantastiche sorprese. Sto contando i secondi“.

Dal maggio 2012 si è insediato sulla panchina serba Sinisa Mihajlovic e, nonostante la mancata qualificazione ai prossimi Mondiali, Stankovic sembra sicuro della permanenza del proprio allenatore: “Ritengo che si debba continuare. Mi sembra di capire che rimarrà almeno fino ai campionati europei che si svolgeranno in Francia“.

Venerdì, l’ex Inter si troverà di fronte un vecchio compagno di squadra, ovvero Yuto Nagatomo: “Mi è stato espressamente chiesto di non fargli male in quei 10-15 minuti che rimarrò in campo. Quando uscirò, continueranno da soli e potranno darsele (sorride ndr)”.

Poi qualche rimpianto per non aver potuto guidare la Serbia dall’inizio delle qualificazioni mondiali: “Magari qualcosa sarebbe cambiata, se avessi giocato tutto il girone. Mi dispiace, ma non mi lamento, perchè sono soddisfatto della mia carriera e di tutto ciò che ho avuto la possibilità di vincere. Non cambierei nulla“.

Un viaggio che si articola tra momenti indimenticabili e partite da cancellare: “Il momento più bello è stato sicuramente quello del debutto, ma non scorderò nemmeno le partite contro Croazia, Romania e Bosnia. D’altro canto, ci sono gare meno belle che appartengono al passato, come contro Armenia, Azerbaigian e Argentina, in occasione della Coppa del Mondo del 2006“.

Ultima battuta sul rapporto con Milosevic, il quale verrà definitivamente superato nella classifica delle presenze proprio durante la partita contro Nagatomo e compagni: “Io e Savo abbiamo condiviso il primato fino ad oggi. E’ un grande amico e venerdì sarà anche lui in campo prima della partita. Il record è importante, ma è più importante il fatto che abbia giocato sempre con il cuore per questi colori“.

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