In Argentina lo chiamavano Ricky Maravilla, ma dal suo approdo nel calcio italiano Ricardo Gabriel Alvarez ha dato raramente prova di meritarsi questo soprannome, meravigliando gli spettatori del “Meazza” soprattutto in senso negativo. Quest’anno, però, il numero 11 nerazzurro sembra aver cambiato decisamente registro, regalando giocate di vera classe, come lo splendido gol del 3-0 sul campo del Catania di due domeniche fa.
Insomma da bidone a fuoriclasse dopo solo due giornate? Forse non tutto è come sembra.
Alvarez è un giocatore di sicura qualità, ha una straordinaria abilità nel tenere palla e la controlla in un modo che rende difficilissimo agli avversari cercare di strappargliela. Ha un tiro potente, un bel sinistro che può partire quando l’argentino comincia l’azione dalla destra per poi accentrarsi, o da sinistra con esiti molto simili, ma ha anche alcuni difetti: nelle sue prime apparizioni in Serie A è emersa un’eccessiva “leggerezza” nell’opporsi ai difensori avversari, unita a un gusto per la giocata spettacolare e per il dribbling esagerato assai indigesto al pubblico di San Siro.
Negli anni passati Ricky ha cercato di colmare le sue lacune e l’impegno in questo senso ha dato i suoi frutti. Grazie alla cura Mazzarri (ma anche Stramaccioni aveva dato fiducia all’argentino, riuscendo a fargli giocare alcune buone gare), l’ex Velez sembra essere diventato un giocatore completo: ha dato un taglio alle giocate di suola e si è concentrato sull’incisività. Ora, soprattutto quando perde palla, non si ferma limitandosi a guardare il cielo con sguardo perso, ma rincorre l’avversario con grinta e molto spesso gli strappa pure il pallone dai piedi. Chi ha visto la gara contro il Genoa a San Siro avrà notato immediatamente il cambio di atteggiamento del giocatore in campo: da allegro “farfallone”, Alvarez si è trasformato in centrocampista di spessore.
Proprio l’aspetto psicologico era quello più delicato per l’argentino: in questo senso, Mazzarri sembra aver lavorato molto, come peraltro ha fatto con gli altri giocatori della rosa, ottenendo risultati inaspettati. Sabato contro la Juve Alvarez sarà quasi sicuramente ancora titolare come trequartista dietro l’unica punta Palacio nell’ormai consolidato 3-5-1-1.
L’ex Velez potrebbe rivelarsi l’ago della bilancia nella tattica del mister, che vorrebbe arginare la Juve con una squadra molto corta e compatta per poi ripartire con veloci contropiedi. Ricky sarà l’uomo fondamentale, in quanto lui e Palacio dovranno essere le spine nel fianco della difesa bianconera, pronti a pungerla in ogni occasione, come successo nell’amichevole della tournèe americana, quando proprio Alvarez segnò il gol del momentaneo 1-0, mostrando di voler essere fin da subito importante per la sua squadra e di poter far male alla Juventus.
Dall’inizio del campionato Ricky ha dimostrato di meritarsi quel soprannome che gli avevano affibbiato in Argentina, ora contro la Juve dovrà far vedere di essere diventato un grande giocatore, capace di decidere non solo contro le piccole e di non temere la pressione delle grandi gare. Solo allora la sua crescita sarà completa.