Mille (e più) giorni in infermeria: quando sfortuna e qualche errore complicano la stagione

Inter-Cluj infortunio Milito ginocchioChe questa fosse una stagione diversa dalle altre, lo si era intuito subito: nessuno di noi era più abituato a non sentire l’inno della Champions il martedì o il mercoledì, per non parlare dei turni preliminari di Europa League, andati in scena a inizio agosto, periodo nel quale, solitamente, il popolo interista si godeva unicamente il “chiacchiericcio” realtivo all’ultimo mese di calciomercato.

Maledetti preliminari, verrebbe da pensare ora, soprattutto visto il numero di infortuni che non sembra voler diminuire; se i più di mille giorni trascorsi complessivamente in infermeria sono un dato che spaventerebbe chiunque, la sfortuna ha voluto colpire pressochè tutti i giocatori dell’Inter, costringendoli a stop più o meno lunghi.

Dagli infortunati “storici”, vedi Obi, Mudingayi, Castellazzi e Stankovic, a cui in febbraio si è aggiunto Milito, agli acciacchi più o meno fastidiosi che non hanno dato tregua alla rosa nerazzurra: da Alvarez a Samuel, da Nagatomo a Silvestre, passando per Handanovic, Ranocchia, Pereira e tutti gli altri, fino ad arrivare al k.o. di Palacio, avvenuto nei minuti finali di Sampdoria-Inter, che lo costringerà per i prossimi 30 giorni ad assistere ai match dell’Inter dalla tribuna.

Un’altra tegola che non ci voleva: con l’attacco ridotto ai minimi termini, con la conquista del terzo posto che sembra una mission impossible adatta più a Tom Cruise che ai “reduci” attualmente a disposizione di Strama, le reti del Trenza stavano consentendo ai nerazzurri di mantenersi in scia dei cugini, sperando in qualche passo falso altrui per ridurre ulteriormente il gap.

In queste situazioni si tende a cercare un colpevole, il classico “capro espiatorio” a cui addossare colpe e lamentele; è bene osservare che, in un’annata così travagliata, è impossibile trovare una sola persona da mettere sul banco degli imputati, visto che alla sfortuna (molti infortuni sono di natura traumatica) si è aggiunto un calendario fittissimo che ha avuto il suo inizio alle idi di agosto, quando molte altre squadre potevano lavorare serenamente senza l’assillo di gare ufficiali o disputare amichevoli la cui funzione era quella di un allenamento agonistico.

Ovviamente qualche errore di valutazione c’è stato, probabilmente sono stati affrettati certi recuperi o non valutati bene alcuni carichi d’allenamento, ma la malasorte ha avuto un’incidenza notevole che ha evidenziato ancora di più alcuni limiti che, in un’annata più fortunata, sarebbero passati in secondo piano.

Sperando di avere tregua almeno fino a fine stagione e di recuperare in extremis qualche elemento importante, l’Inter deve lasciarsi il passato sfortunato alle spalle e continuare a credere a un terzo posto quasi insperato; mille e più giorni in infermeria possono bastare, è il momento di riavere (quasi) tutti sul campo.

 

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