Spazio a Livaja e cambio di modulo: Rocchi non ha ancora convinto Stramaccioni

04 allenamento Tommaso RocchiIl doppio confronto ravvicinato tra Roma e Inter ha permesso ai tifosi nerazzurri di trarre diversi spunti di analisi, da utilizzare durante gli intervalli a scuola, nelle pause lavorative o con gli amici al bar: da un Juan Jesus insuperabile a un Pereira che stenta a convincere, da un Guarìn sempre più leader di questa squadra a un Palacio letale in zona gol.

Proprio in merito a Palacio e, più in generale all’attacco, nasce spontaneo un interrogativo: con Milito, Cassano e Coutinho acciaccati, con Alvarez non al meglio e con le valigie in mano e con Livaja che, nonostante qualche lampo di classe mostrato finora, sembra un pochino “acerbo”, perchè Tommaso Rocchi ha racimolato fino a qui spiccioli di partita?

Arrivato in questo mercato invernale dalla Lazio, società di cui è stato simbolo per tante stagioni, per ricoprire fino a giugno il ruolo di vice-Milito, l’ex capitano biancoceleste è apparso in ritardo di condizione, al punto da spingere Strama a concedergli solo qualche scampolo di partita contro Udinese, Pescara e Roma in campionato, guadagnandosi la maglia da titolare solo nei quarti di Coppa Italia con il Bologna (poi sostituito) e restando in panchina per tutti i 90 minuti nel match di ieri sera.

Rocchi paga un periodo d’inattività abbastanza consistente, visto che nelle gerarchie di Petkovic era la quarta punta, alle spalle dell’intoccabile Klose, di Floccari e di Kozak; le sole 3 presenze in campionato da agosto fino al momento del suo passaggio alla Pinetina non hanno aiutato un attaccante senza dubbio prolifico, come dimostrano le 105 reti in tutte le competizioni con la maglia della Lazio, ma un po’ in là con l’età (classe ’77, il 19 settembre compirà 36 anni).

L’idea dei dirigenti interisti, al momento dell’ingaggio dell’attaccante veneziano, era quella di fornire a Strama una reale alternativa al Principe, apparso appannato nelle ultime settimane del 2012, senza dover spendere molto: una sorta di “pezza” volta a coprire il buco del vice-Milito che si era creato e che, forse, era stato ingigantito dai media.

Nel momento del reale bisogno, però, Strama ha optato per scelte diverse dallo schierare il numero 18 interista: in campionato ha lanciato dal primo minuto Livaja, al suo esordio da titolare in Serie A dopo le buone presenze in Europa League e qualche scampolo di partita nella massima serie, mentre in Coppa Italia ha addirittura modificato il sistema di gioco, con Palacio unico terminale offensivo supportato da Guarìn nei panni di trequartista in un 3-5-1-1 che, nei primi 45 minuti di ieri sera, è stato messo in grossa difficoltà dagli attacchi romanisti.

Partendo dal presupposto che le scelte operate da Stramaccioni si sono rivelate sostanzialmente positive, visto il buon punto conquistato in campionato, visto che il K.O. per 2-1 in trasferta è un risultato ampiamente recuperabile e che, ovviamente, Rocchi non può essere considerato la panacea di tutti i mali, sarebbe comunque stato lecito aspettarsi un maggiore impiego dal punto di vista del minutaggio dell’ex attaccante dell’Empoli in questi due match senza Milito e Cassano, tenendo anche presente che Palacio e Guarìn non posso sempre “cantare e portare la croce”.

In attesa di capire come e quanto possa essere utilizzato Rocchi da qui fino a giugno, la Curva Nord è pronta a tributare il giusto omaggio al primo gol dell’ex capitano laziale in maglia nerazzurra, anche per festeggiare insieme un traguardo importante, ossia quello delle 100 reti in Serie A, visto che, al momento, Tommaso è fermo a quota 99.

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