Klose, il palo e Marchetti fermano un’Inter rinunciataria nel primo tempo e sfortunata nella ripresa

Lazio-Inter GuarinStrama voleva vincerla. Lo hanno dimostrato le sue scelte per la formazione iniziale e i cambi offensivi nel corso della partita. Invece, nell’ultimo scontro diretto prima della fine del mondo, la vittoria non è arrivata. Merito di una Lazio ben schierata in campo fin dall’inizio, che ha schiacciato l’Inter per tutto il primo tempo e saputo soffrire nella ripresa, fino al gol del suo match-killer Klose. Un colpo letale che ha spento la luce di un’Inter che ha tardato troppo a trovare la quadratura del cerchio.

Strama sorprende tutti fin dall’inizio abbandonando la difesa a tre per puntare su una linea a quattro con Nagatomo e Pereira terzini e Ranocchia e Samuel (al rientro dopo la squalifica) al centro della difesa; a centrocampo spazio al terzetto GarganoZanettiCambiasso, con Guarin a fare da suggeritore per le due punte: “the artist” Cassano e Milito.

La compattezza della difesa è l’unica nota positiva del primo tempo. Nei primi quarantacinque minuti la Lazio tiene quasi sempre palla, provando ad attaccare sugli esterni con Konko a destra e Lulic a sinistra. Pereira, riconfermato dopo la buona prestazione di domenica contro il Napoli, e Nagatomo, però, tengono bene, e i biancocelesti sono costretti a passare dal centro. Qui Ranocchia e Samuel riescono a gestire con grande concentrazione Klose, tappando così anche l’unico sbocco offensivo della Lazio.

Il problema è che l’Inter non riesce mai a ripartire e rendersi pericolosa. Merito della squadra di casa che occupa benissimo il campo in fase di non possesso; ma anche demerito dei nerazzurri, che non fanno girare la palla come si dovrebbe e sbagliano molti passaggi. I minuti passano senza grandi emozioni.

Nella ripresa Strama cambia ancora passando a una sorta di 4-4-2, con Zanetti che va a fare il terzino destro e Nagatomo e Guarin esterni di centrocampo. La partita però esita a sbloccarsi. Tutto cambia con l’ingresso di Palacio per Cambiasso, infortunatosi in uno scontro con l’orco Ciani: el Trenza dà vivacità alla manovra nerazzurra e l’Inter comincia a proporsi in avanti con continuità, sfruttando il calo fisico di Hernanes e compagni, stremati dopo un tempo a mille all’ora.

Di colpo la Lazio esce di scena e sul palcoscenico sale l’Inter: Nagatomo sfreccia sulla destra, Cassano inventa come solo lui sa fare, Guarin spara a salve. Passano solo sei minuti e proprio il Guaro fulmina Marchetti da fuori area colpendo la base del palo. L’Olimpico trema quando l’estremo difensore biancoceleste respinge sul palo un tiro di Cassano e poi salva miracolosamente su Nagatomo: la partita si accende di colpo con le squadre che perdono l’equilibrio.

Poco prima dell’80’ l’episodio decisivo: l’Inter si ritrova incredibilmente in un tre contro due vicino all’area biancoceleste, Milito prende palla e passa a Palacio che serve Cassano solo davanti al portiere, ma l’arbitro ferma tutto per un fallo discutibile su Biava. Nell’azione successiva Klose si imbuca alle spalle di Samuel e trova un gol dei suoi con una girata pazzesca dal limite.

L’Inter però non ci sta. Strama butta dentro Coutinho per un esausto Pereira e cerca almeno di pareggiarla. La Lazio però resiste e l’arbitro non ne vuol sapere di fischiare un fallo a Guarin a pochi secondi dalla fine. L’Olimpico può esultare.

Forse la vittoria sarebbe stata troppo ma i due pali bastano e avanzano per parlare di sconfitta immeritata. Tuttavia è impossibile negare come i nerazzurri anche stasera abbiano mostrato le solite grosse difficoltà quando c’è da impostare gioco contro squadre ben organizzate. Manca un regista, questo Strama lo sa. Magari prima della fine del mondo Moratti riuscirà ad accontentarlo.

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