Grande cuore nerazzurro: l’Inter esce vittoriosa dalla battaglia con il Napoli

Cuore, muscoli e cervello: sono questi i tre principali elementi che hanno contraddistinto l’Inter nel vittorioso posticipo della sedicesima giornata di Serie A contro un Napoli voglioso e mai domo, ma al contempo un po’ ingenuo, specie in occasione della prima marcatura nerazzurra.

Se Roma-Fiorentina è stata etichettata da tutti come un vero e proprio spot per il calcio italiano, la battaglia tra gli uomini di Stramaccioni e quelli di Mazzarri è stata altresì spettacolare, seppure con contenuti tecnici ben differenti dall’anticipo dell’Olimpico: nessuno dei 22 uomini in campo, infatti, si è tirato indietro al momento di affondare un tackle o di rincorrere l’avversario, dando prova di grande generosità e attaccamento alla maglia.

L’Inter rinuncia al “tridente pesante”, schierando il duo Cassano-Milito in avanti e Cambiasso nel cuore della difesa, orfana dello squalificato Samuel, completata da Ranocchia e Juan Jesus, mentre il Napoli risponde con Cavani-Insigne in attacco, relegando l’ex Goran Pandev in panchina.

Lo spirito dei nerazzurri è positivo fin dalle prime battute, con vigore nei contrasti e concentrazione sia nel limitare Hamsik e Cavani, sia nell’applicare gli schemi provati in settimana; proprio da un corner studiato in allenamento nasce il vantaggio nerazzurro, con Guarìn che sfrutta un cross perfetto di FantAntonio per battere De Sanctis e regalare la prima gioia di serata ai suoi tifosi.

La reazione del Napoli è pressoché immediata, con Insigne, autore di una prestazione molto convincente, che per ben due volte conclude a lato di poco, ma nel momento di maggior forcing dei partenopei, l’Inter raddoppia con Milito, che, su assist di un onnipresente Guarìn, evita Gamberini con le movenze di un ballerino di tango e infila l’estremo difensore avversario per il 2-0.

Nella ripresa il Napoli manda in campo l’artiglieria pesante, sostituendo un acciaccato Gamberini con Pandev e passando a un 4-2-3-1 decisamente a “trazione anteriore”; gli attacchi degli uomini di Mazzarri producono il gol del 2-1 a opera di Cavani: l’uruguaiano realizza in mischia dopo i vani tentativi di Handanovic e Ranocchia di respingere per ben tre volte le conclusioni ravvicinate del macedone ex Inter (in offside al momento dell’assist di Hamsik) e di Maggio.

Da qui in poi la gara diventa molto vibrante, di rara intensità e ciascun giocatore lotta su ogni pallone producendo il massimo sforzo: se, da un lato, Mazzarri, nel tentativo di pareggiare, si affida a Dzemaili per Inler e a Mesto per un infortunato Hamsik, Stramaccioni cerca di coprirsi per pungere in contropiede, inserendo due velocisti come Palacio e Coutinho per Cassano e Milito.

Nei concitati minuti finali c’è da segnalare una bellissima uscita di De Sanctis in anticipo su Nagatomo e un quasi autogol di Alvaro Pereira che, goffamente, svirgola di sinistro nel tentativo di liberare l’area di rigore, gelando il sangue dei tifosi interisti: per sua fortuna la palla sfiora il palo e termina in calcio d’angolo.

Dopo quasi 4 minuti di recupero l’arbitro Rizzoli fischia la fine di una partita intensissima che proietta i nerazzurri al secondo posto in classifica, a -4 dalla Juventus e con la consapevolezza che Stramaccioni sta dando all’Inter una fisionomia sempre più definita: fattori molto positivi in vista di un’altra grande sfida, a Roma con la Lazio, in programma nel prossimo weekend.

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