Gasp, un ritorno dal sapore di vendetta

A poco più di un anno dal suo esonero dalla panchina dell’Inter, Gian Piero Gasperini torna nella Milano nerazzurra da ex, e lo farà smanioso di dimostrare tutto il suo valore davanti ad un pubblico e ad una dirigenza che non hanno quasi mai creduto in lui.

Allo staff interista bastarono cinque partite (quattro sconfitte e un pareggio tra Campionato, Champions e Supercoppa Italiana) per bocciare il tecnico di Grugliasco e la sua difesa a tre, modulo che, ironia della sorte, ha permesso all’Inter di Stramaccioni di rilanciarsi in campionato dopo un avvio difficile. Infatti, quella che fino a un anno fa sembrava un’idea tattica “superata”, adesso è il punto cardine delle tre big del calcio italiano (Juventus, Napoli e Inter appunto).

Ma cosa non ha funzionato in quella sua breve parentesi all’ombra della Madonnina? Tra Moratti e Gasperini non c’è mai stato un grande feeling, tant’è che, da quando le loro strade si sono separate, i due non si sono mai risparmiati frecciatine a distanza. Il presidente nerazzurro non ha apprezzato l’idea di voler passare alla difesa a tre e l’ostinazione del tecnico nel proseguire su quella strada dopo i primi deludenti risultati. Mentre Gasp, dal canto suo, ha continuato a lamentarsi di promesse non mantenute, di acquisti mancati (vedi Palacio) e fatti successivamente con altri allenatori.

Probabilmente ogni tifoso si sarà fatto la sua idea su come suddividere le colpe di quell’insuccesso, ma resta il fatto che l’attuale tecnico del Palermo non riuscì a farsi amare dall’ambiente e a entrare nella testa dei giocatori, forse ancora troppo legati al loro mentore Mourinho per accettare rivoluzioni radicali (la stessa sorte toccò a Benitez).

Il suo ritorno avrà un sapore particolare, di rivincita verso quella dirigenza che nel giro di un mese l’ha cacciato per colpe non solo sue.

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