Sono passati due anni dalla magica notte di Madrid e da quella fantastica cavalcata che ha permesso all’Inter di tornare sul tetto d’Europa. Molti dei protagonisti di quella stagione sono stati sacrificati sull’altare del fair play finanziario, altri hanno scelto di percorrere strade diverse, altri ancora hanno appeso le scarpe al chiodo per raggiunti limiti di età.
Tra i senatori rimasti in rosa sono pochi quelli già sicuri di un posto nella rosa 2012/13 (gli argentini Samuel, Zanetti, Cambiasso, Milito). Tutti gli altri potrebbero lasciare la corte di Massimo Moratti da un momento all’altro e, con ogni probabilità, passeranno l’estate con le valigie in mano. Ai vari Lucio, Chivu, Maicon e Sneijder si sono aggiunti negli ultimi giorni Dejan Stankovic e Julio Cesar: se il centrocampista serbo è tentato da sirene statunitensi, per l’Acchiappasogni si sarebbero fatti avanti alcuni club brasiliani (Flamengo e Corinthians su tutti).
Per la società di corso Vittorio Emanuele cedere il numero uno carioca vorrebbe dire abbassare ulteriormente il monte ingaggi (eliminando uno stipendio da 4,5 milioni annui) ma, come già ribadito qualche settimana fa ai microfoni di SpazioInter, il giocatore sembra non aver nessuna intenzione di lasciare Milano: “In questa stagione sono circolate molte voci sul mio futuro ma sono totalmente infondate – ha spiegato Julio durante la festa della Curva Nord – ho un contratto con l’Inter fino al 2014 e voglio finire alla grande, vincendo lo scudetto e la Champions, perchè da quando sono qui ho vissuto solo dei bellissimi momenti”.
L’Inter, dal canto suo, avrebbe già dei validi sostituti in casa: in primis Viviano, parcheggiato prima a Genova e poi a Palermo, e disposto a tornare alla Pinetina solo per fare il numero uno; alle sue spalle due ottimi giovani come Bardi (in comproprietà con il Livorno, ndr) e Belec (in prestito al Crotone, ndr).
L’addio dell’estremo difensore brasiliano, però, sarebbe un duro colpo per i tifosi, sia per l’affetto che lega Julio alla Beneamata, sia perchè, quando sta bene, il numero uno nerazzurro è ancora tra i pochi a fare la differenza nel suo ruolo.