Stramaccioni: “Inter motivata e viva. Stiamo lavorando bene, anche sul mercato”

In uno stadio a tinte nerazzurre che, per i meno informati, poteva sembrare San Siro, l’Inter archivia la prima amichevole del suo tour indonesiano con una vittoria per 3 a 0 contro l’Indonesia Liga Selection. Al termine della partita Stramaccioni ha rilasciato alcune dichiarazioni, partendo dalla sorprendente accoglienza ricevuta in questi giorni: “Questo tour si sta dimostrando davvero un’esperienza molto bella ed emozionante – ha spiegato il mister – Vedere così tanta gente legata allo sport in generale, al calcio in particolare e, ancor più in particolare, all’Inter è incredibile e reca un’enorme soddisfazione. È una gioia, il calcio dovrebbe essere sempre così. E noi siamo orgogliosi di essere qui, questa gente ci è già entrata nel cuore“.

Il tecnico nerazzurro spende anche qualche parole sugli avversari: “Hanno fatto bene, soprattutto nel primo tempo. Ho visto un calcio veloce, di qualità. Mi è piaciuto molto il numero 10, Andik Vermansyah, ma in generale ho visto ragazzi interessanti. Grazie di cuore per l’affetto, Indonesia, e continuate così, con questo calcio!”.

Si arriva poi a parlare di Inter e Stramaccioni, dopo aver messo in risalto la forza del gruppo, esprime giudizi positivi su Coutinho e Jonathan appena rientrati dai rispettivi prestiti all’Espanyol e al Parma: Ho visto un’Inter motivata e viva, anche se siamo a fine stagione, dopo un anno che non è stato certo facile. E, come già immaginavo e sapevo, confermo ora che abbiamo dei giovani davvero interessanti. Adesso la cosa importante sarà capire chi è già pronto e chi ha ancora bisogno di un’esperienza fuori. Lavoreremo anche per capire tutto ciò, nell’ottica di costruire un’Inter più giovane e che possa avere un presente e un futuro importante, col giusto mix. L’Inter sta lavorando bene, anche sul mercato, 24 ore su 24. Coutinho e Jonathan? Il loro valore non lo scopro certo io, la Società ne era ben conscia. Devo dire che i dirigenti sono stati molto bravi nel decidere di mandarli a giocare fuori, nel momento in cui è stato capito che qui per un po’ sarebbero stati chiusi“.

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