Palombo: “L’Inter è un banco di prova importante”

Angelo Palombo, storico capitano della Sampdoria, è approdato all’Inter nel mercato invernale. Sulla carta doveva essere il sostituto pro tempore (fino a giugno) di Thiago Motta, ma il suo ambientamento non è stato dei migliori. La prima da titolare è coincisa con la più umiliante sconfitta della stagione, quel 4-0 a Roma che i tifosi nerazzurri non digeriscono ancora. Per ora è riuscito solo a guadagnarsi la poco invidiabile palma di peggior centrocampista del campionato, fantacalcisticamente parlando. La media voto sulla Gazzetta infatti è del 4.75, dato che rende bene l’idea delle sue prestazioni e che stride clamorosamente nel confronto con quella di Muntari (6,67).

Ai microfoni di Inter Channel, il centrocampista ha rilasciato qualche interessante dichiarazione: L’arrivo all’Inter? Non me lo aspettavo, erano le ultime ore di mercato ed è arrivata questa chiamata. Sono venuto a Milano, in una grande squadra, per me è un banco di prova importante. Appena arrivato è rimasto subito impressionato da Zanetti: “Il capitano è una persona estremamente umile e sempre a disposizione di tutti, e questo per un giocatore, ma soprattutto per un uomo, è qualcosa che lo rende più rispettabile”.

Nell’intervista ha ripercorso anche le tappe più importanti della sua carriera: dall’esordio in Serie A con la maglia della “Viola” (“Lo stadio del mio esordio con la Fiorentina in A me lo ricordo bene perché raggiungemmo lo stadio col motoscafo. A Firenze ho passato un ottimo periodo”) fino al contratto firmato con la Samp (“La Fiorentina era fallita, io ero a casa da 10 giorni. L’ex ds della Sampdoria mi conosceva perché mi aveva visto alla Fiorentina e mi consigliò ai blucerchiati. Arrivarono lui e Marotta a prendermi a Malpensa e firmai il mio contratto con la Doria”). 

Chiudiamo con il suo futuro, calcistico e non. “Non ci ho ancora pensato, però mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio, non so in che ruolo ma è un mondo che mi ha coinvolto sin da bambino ed è la mia passione. Allenatore? Per ora no, perché gestire un gruppo è difficile e comporta molte responsabilità”.

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