Inter-Zarate, un amore mai sbocciato

Le valigie pronte sul pianerottolo di casa e tanta amarezza nel cuore. Maurito Zarate da Buenos Aires, il “faso tuto mi” (citando lo Zingarelli sotto la voce “veneziano”) per eccellenza, resta in bilico tra sei mesi di calvario in casa nerazzurra, ai margini del progetto di Claudio Ranieri, e un’avventura con un’altra casacca. Senza l’infortunio di Diego Forlan, talento cristallino in tutti i sensi, con tutta probabilità il suo futuro sarebbe già stato scritto. In corso Vittorio Emanuele sembravano aver deciso di fare a meno dell’argentino e di rimpiazzarlo con un giocatore più disponibile a mettersi a disposizione dei compagni o con una stella, forse altrettanto solista ma più abile a mascherarlo scaraventando la palla in rete.

Le ultime sparate del suo fratello-procuratore hanno incrinato in modo probabilmente irrimediabile il rapporto con il tecnico romano (e di fede romanista), rendendo ancora più problematica una convivenza difficile di per sé.Ranieri si è comportato male con lui – ha dichiarato alla Gazzetta Sergio Zarate, anche lui giocatore con un passato nelle file dell’Ancona (stagione ’92-’93) -. Ha fatto come Reja: ha parlato alla stampa dei problemi di Maurito, ma prima avrebbe dovuto parlarne con il giocatore. È un comportamento fuori dalle regole, così non si fa. Oggi si può dire che Mauro avrebbe fatto bene a restare alla Lazio. Sì, aveva problemi con Reja, ma con il tempo sono sicuro che sarebbe riuscito a riconquistarsi il posto. Con Klose avrebbe formato una grande coppia. Tornare adesso a Roma? No, non credo sia possibile. Chissà, magari a giugno”.

Solo un improbabile dietrofront, giunti a questo punto, potrebbe permettere a Mauro di vestire anche nel girone di ritorno la maglia interista. Un’eventualità che, tra mille scongiuri, è cosa certa che Ranieri non voglia nemmeno prendere in considerazione. Ai tifosi resta negli occhi la rete decisiva del 3-2 al Luzhniki di Mosca, un fuoco fatuo nel classico stile Zarate, e poco altro. Il misero bottino frutto di un’operazione raffazzonata nell’ultimo giorno di mercato e alla quale non credeva nessuno, come conferma il bonus di 15mila euro per ogni assist. Bonus che, tra l’altro, non ha spinto Maurito “faso tuto mi” a cambiare le vecchie abitudini.

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