“L’uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni” scriveva Paulo Coelho, uno che si è reso celebre scrivendo in portoghese, l’idioma del predicatore Mourinho per tutti i tifosi interisti.
Da ieri sera l’universo nerazzurro si sente un po’ meno orfano del vate di Setubal, dopo aver ammirato una squadra che mescola il fascino vintage delle vecchie certezze al sapore intrigante delle novità. L’Inter torna padrona di Milano con una partita che sa di perfezione, tanto distante dai trionfi roboanti dell’annata del triplete quanto vicina negli interpreti e nello spirito. Spesso una singola scelta può decidere un derby. Lo sa bene Ranieri, uno capace di sostituire degli spenti Totti e De Rossi al termine del primo tempo di un derby di Roma. Ogni stracittadina passa alla storia come un susseguirsi di scelte giuste o sbagliate. Il “derby della Madunin”a non fa eccezione.
Scelte sbagliate che coprono scelte sbagliate, come quella del guardalinee che con una sbandierata annulla l’improvvida tattica del fuorigioco milanista che dà modo a Thiago Motta di mettere regolarmente in rete con ottima scelta – appunto – di tempo.
Scelta sbagliata quella dei giovani rossoneri, tanto baldanzosi nei toni prepartita quanto inconcludenti in gara; scelta giusta quella dei veterani nerazzurri, decisi a prendere per le corna una partita troppo tesa e complicata per i meno esperti, che hanno il merito di aver reso questo derby una sfida di alta classifica.
Scelta di tempo sbagliata quella di Abate, sfrontato nel voler anticipare con i suoi mediocri mezzi tecnici un pallone che avrebbe potuto recuperare molto più facilmente con la corsa, a velocità doppia rispetto a quella di Milito; scelta dell’angolo perfetta per il Principe, capace di trovare l’unico spiraglio disponibile tra il palo della stregata porta “nord” di San Siro e il piedone di Abbiati, che troppe volte negli anni ha negato gioie ai tifosi dell’Inter.
Scelte sbagliate quelle di Allegri che schiera un insignificante Emanuelson nella zona debole dell’Inter e dà fiducia a un Pato in crisi di identità, in coppia con Ibrahimovic, come di consueto annullato dalla nemesi storica Lucio, imbattuto nei derby al fianco di Samuel; tutte scelte perfette quelle di Ranieri che riesce a mantenere la squadra corta, a bloccare le fasce, fare massa nel mezzo e ripartire in rapidità, seppur privo di contropiedisti in rosa.
E non è un caso se nel derby delle decisioni giuste il protagonista assoluto è un immenso Zanetti, per anni considerato l’unica scelta azzeccata della presidenza Moratti. Diceva Sartre che ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere. Sarà, ma noi la nostra fede non l’abbiamo scelta. Eppure, mai come oggi, ne andiamo tremendamente fieri.