Occhio a Markovic, il nuovo fenomeno dei Balcani

Paragonato dai media a Jovetic e chiamato dai suoi compagni “Mali Pedrito” (Piccolo Pedro), Lazar Markovic rappresenta il migliore talento serbo in circolazione. Il ragazzo classe ’94 è un jolly d’attacco, anche se è in grado di giocare sulla trequarti, e, per le movenze e le devastanti accelerazioni, può tranquillamente essere paragonato a Kakà. Lo scatto bruciante e le eleganti movenze ricordano lo stile di gioco del brasiliano, che tanto impressionò gli esperti del settore alla sua prima stagione in Italia.

Proveniente dal settore giovanile del FK Borac, il campioncino è passato al Partizan Belgrado, dove, dopo aver fatto razzia in tre anni di tutti i più importanti trofei con la primavera, ha esordito in prima squadra alla 30^giornata dell’edizione 2010/2011 del campionato serbo. Nell’attuale stagione, il tecnico Aleksandar Stanojevic lo ha sempre schierato come seconda punta, ruolo in cui “Markec” ha segnato 6 reti in 13 gare disputate, contribuendo alla cavalcata del club bianconero, che si trova in prima posizione a 36 punti, con un ruolino di marcia incredibile (12 vittorie e 1 sconfitta).

Dopo che la fucina di talenti bianconera è stata letteralmente saccheggiata dalla Fiorentina con gli acquisti di Jovetic, Ljajić e Nastasić, il presidente Dragan Duric intende tutelare la sua meravigliosa “cantera”. Nonostante lo Shaktar Donetsk abbia offerto 4 milioni di euro ed il solito Corvino gli abbia messo gli occhi addosso da mesi, l’Inter resta alla finestra, aspettando il primo segnale per acquistare il gioiello dei Balcani.

Il ds Krstajić ha affermato che Markovic non si muoverà da Belgrado prima di due o tre anni, periodo in cui il ragazzo avrà la possibilità di crescere e aumentare il proprio valore, ma chissà che un’ottima offerta di Moratti non possa far vacillare la dirigenza serba. In un mercato dove i migliori giovani assi non costano meno di 30 milioni di euro, assicurarsi le prestazioni di un giocatore di queste qualità, anche per una cifra vicina a 10 milioni, non può che essere un affare per la società di corso Vittorio Emanuele.

Francesco Carini

 

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