Neanche San Siro tutto esaurito è servito a qualcosa

Ieri sera avrebbe voluto una serata come le sue Josè Mourinho, che aveva invitato i tifosi della Beneamata a gremire San Siro per il derby d’Italia. Addirittura Mister Triplete, capendo il momento di difficoltà della squadra si era spinto oltre, chiamando Ranieri e mettendo da parte, per il bene dell’Inter, gli screzi storici.

Inizialmente sembrava che tutto fosse tornato come un anno e mezzo fa, sembrava che quel grido d’orgoglio nerazzurro giunto da Madrid avesse riacceso la scintilla spenta la notte del 22 maggio. Verso le ore 19 i cancelli dello stadio Meazza erano assediati dai tifosi e San Siro stava per assistere finalmente dopo tanto tempo a un tutto esaurito. All’interno dello stadio l’atmosfera era da brividi come spesso accade quando gli 80 mila del Meazza tutti insieme sono pronti a spingere la squadra.

In più anche il settore ospiti era gremito e sembrava finalmente che, dopo anni di attesa, il derby d’Italia avesse riacquistato il fascino di una volta. Dopo i soliti sfottò pre-gara la squadra è scesa in campo per il riscaldamento e dal cuore del tifo nerazzurro, la Curva Nord, sono iniziati i primi cori d’ incitamento per i ragazzi.

Alle ore 20.45 il fischio di inizio della partita e in pochi minuti i tifosi nerazzurri vengono riportati alla triste realtà. Perché è vero l’Inter paradossalmente ha giocato il primo tempo migliore della stagione ma non è bastato. Una volta, proprio nelle serate che invocava Mourinho, San Siro era consapevole che la squadra, anche se stava perdendo, in qualche modo avrebbe ribaltato il risultato. Perché c’era una difesa pronta a chiudere tutti i contropiedi causati dallo sbilanciamento in attacco, un centrocampo dove Cambiasso era sempre pronto a correre su ogni pallone e un attacco pronto a finalizzare ogni cross di Maicon o invenzione di Sneijder. Oggi il reparto arretrato va in difficoltà ogni volta che gli avversari superano la metacampo, Cambiasso e il centrocampo sembrano gli argini di un fiume in piena e l’attacco è isolato, senza palloni giocabili.

Il risultato di tutto ciò è una squadra in piena zona retrocessione, a -11 dalla capolista, con una delle peggiori difese del campionato, con all’attivo solo due gol a San Siro. Colpa di due campagne acquisti estive inesistenti e delle svendite dei campioni. E’ il prodotto di tre allenatori in un anno e mezzo e dell’illusione della società di essere ancora la squadra più forte.

È un qualcosa che i tifosi dell’Inter non si meritano, perché è vero che non si può pretendere di vincere ogni anno ma è altrettanto vero che chi si abbona allo stadio e segue la squadra in trasferta, spendendo soldi e tempo preziosi, vorrebbe evitare di assistere a un tale scempio. E sicuramente non saranno i 60 mila invocati da Mourinho che potranno cambiare questa situazione.

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