Inter Chievo, Inglese: “Mi ispiro a Icardi, nerazzurri nel mio destino”

Inglese Inter Chievo, il centravanti gialloblù si racconta alla Gazzetta

Inglese Inter Chievo: “Studio Icardi, fa movimenti pazzeschi”

In occasione della sfida fra Inter e Chievo di oggi, la Gazzetta dello Sport ha intervistato l’uomo copertina dei clivensi, Roberto Inglese. Reduce dalla doppietta che è steso la Spal è salito a quota 6 reti in campionato, il centravanti dei veronesi ha una passione: Mauro Icardi. Rivela: “Amo parlare di Mauro Icardi sono assolutamente disponibile a farlo. C’è una curiosità: il giorno del mio esordio in Serie A, quando probabilmente non sapeva nemmeno chi fossi, gli chiesi la maglia e lui non fece una piega. Ora è nell’armadio, assieme a quelle di Higuain, Dzeko, Immobile: faccio collezione di capocannonieri. Amo anche studiare Icardi, soprattutto i suoi movimenti: sento ancora dire che non va incontro alla squadra! Riguardi il primo gol di Cagliari: fa due movimenti pazzeschi, uno dietro l’altro, nella frazione di tempo dell’arrivo del pallone. Ha ragione chi dice che è svariati secondi avanti a tutti: è come se sapesse prima dove andare a prendere la sfera”.

Inglese, esordio contro i nerazzurri

Continua l’attaccante classe e 1991: “Credo al destino e infatti il giorno che esordì allo stadio c’era tutta la mia famiglia, cosa che non succede spesso. Fu proprio contro l’Inter. Era il sogno loro innanzitutto, e di tutti quelli che mi inondarono il telefono di una felicità non di circostanza. Lo capii quando tornai a Vasto. In realtà non c’erano stati segnali di esordio in A: Maran non mi aveva detto nulla. Mi stavo scaldando e arriva Gigi Posenato, il vice preparatore, e mi fa: “Devi entrare”, e davanti agli occhi mi passarono ricordi come un film. Il primo che vidi in campo fu Ranocchia, in tv sembrava molto più imponente. “Forse ce la faccio”, mi convinsi. Poi ce l’ho fatta anche a batterla, l’Inter: 2-0 un anno fa, mentre la gara che ho nel cuore con Chievo-Roma 3-3 dell’anno prima. Ma stavolta giocheranno per lo scudetto fino alla fine, hanno mentalità vincente e una marcia in più: si chiama Spalletti“.

 

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