Zanetti esterno per mancanza di alternative, ma Mazzarri ha bisogno di altro sulle fasce

Dopo un recupero da record, un assaggio di calcio giocato, capitan Zanetti è tornato ad indossare la sua fascia dal primo minuto. Complice la defezione forzata di Yuto Nagatomo, El Tractor si è ripreso la scena nelle due gare casalinghe contro Sampdoria prima e Parma poi. C’è fascia e fascia, però. Vada per quella che lega al braccio e che lo lega, indiscutibilmente ed eternamente, ai colori nerazzurri, non si dica oggettivamente lo stesso per quella che si percorre in un campo di calcio.

Le scorie di un infortunio delicato, l’incedere del tempo che scalfisce anche chi detiene i geni legati all’elisir di lunga giovinezza, costringono Pupi a non avere più il passo di un ragazzino. Un passo, peraltro, che il tecnico Mazzarri vorrebbe fosse, per i suoi esterni, incessante, continuo, frenetico. Gli interpreti del ruolo di cursore di fascia nell’impianto tattico dell’ex tecnico del Napoli, infatti, rappresentano da sempre e notoriamente uno dei tasselli fondamentali per un’idea di calcio che proprio sulle corsie laterali cerca la profondità e lo sfogo finale per aggirare ed azzannare l’avversario di turno.

Già negli ultimi anni, però, nonostante una tenuta atletica incrollabile, Zanetti era stato utilizzato con parsimonia su quella fascia che lo vedeva protagonista soltanto quando, per caratura ed esperienza, si richiedeva di bilanciare ed equilibrare le caratteristiche ultraoffensive di Maicon, schierato sul versante opposto. Con Maxwell prima, Chivu e Nagatomo poi, Pupi veniva sistematicamente dirottato in mediana, nel ruolo o di intermedio in un centrocampo a tre o di centrale puro in coppia con un compagno.

In questo momento della sua stagione sarebbe il caso di ritagliargli una posizione pressocchè analoga, meno dispendiosa, meno propositiva, maggiormente statica e posizionale, che gli consentirebbe di gestire meglio corsa, fiato, gambe e campo. Con un’Inter nuova, votata comprensibilmente alla ricerca di un suo equilibrio permanente, il capitano potrebbe tornare utile sia nel ruolo da mezz’ala tattica, sia nel ruolo di perno centrale, per far rifiatare Cambiasso, in una posizione dove Mazzarri non richiede tanta qualità o caratteristiche da cucitore di gioco ma soltanto senso della posizione, capacità di filtro e copertura.

Utilizzarlo sull’esterno, peraltro mancino, senza un riferimento basso alle spalle e dovendo fare tutta la fascia, significherebbe esporlo in maniera ingenerosa alle sue criticità fisiologiche ed organiche. Anche inserirlo gradualmente, buttarlo nella mischia a gara iniziata, potrebbe rappresentare una soluzione utile soprattutto per metterlo nella condizione di recuperare smalto, piena confidenza con il campo e tenuta fisico-atletica. Mazzarri, tra le altre cose, ha anche questo onere.

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