Sette mesi fa, al termine della partita Inter-Catania, si parlava di una squadra in lento declino. Dopo un disastroso inizio di stagione, il cambio allenatore e una parziale ripresa, ecco che i nerazzurri vissero, in quel di marzo, uno dei momenti piĆ¹ bui della loro storia.
Alla partita contro i siciliani, lāInter arrivava con un fardello di quattro sconfitte da smaltire, con lāumore sotto i tacchi e con un tecnico che predicava serenitĆ , ma che era invece nel bel mezzo di una confusione tecnica e motivazionale che complicĆ² inevitabilmente la stagione nerazzurra.
Quella partita oggi ĆØ ricordata per le lacrime di Cambiasso, una delle colonne dellāInter degli ultimi anni, per gli unici due guizzi di Forlan, che avrebbe dovuto sostituire Etoāo ma che fece in una stagione i gol che il camerunense era abituato a segnare in una sola partita, ma anche per una grande rimonta dei nerazzurri, costruita sul cuore e sulle parole dell’Acchiappasogni.
Sotto 2 a 0 fino a venti minuti dalla fine, lāInter riuscƬ a recuperare e a evitare il baratro. Sembrava un primo segnale di rinascita ma, dopo la successiva vittoria col Chievo, furono lāinutile successo contro il Marsiglia, il pareggio casalingo contro lāAtalanta e la sconfitta a Torino contro la Juventus che posero fine allāera Ranieri e alle speranze di concludere la stagione in modo dignitoso. Poi arrivĆ² Stramaccioni, il deus ex machina nerazzurro, e le cose andarono come tutti sappiamo.
Anche per questo, la partita di domani ĆØ di fondamentale importanza: un successo permetterebbe da un lato di proseguire la striscia vincente e dallāaltro di preparare al meglio lāambiente per affrontare i match che dividono dalla sfida contro la Juve. A Torino, ancora una volta. Con la speranza che il finale sia diverso rispetto all’ultima stagione.