Zanetti: “In campo, in panchina o in tribuna, voglio solo il bene dell’Inter”

“Quello che ha fatto questa squadra per sette anni di seguito non è da tutti e non va dimenticato. Ma questo non vuol dire che noi stiamo vivendo del passato perchè poi abbiamo vinto una Coppa Italia, il quindicesimo trofeo di questa striscia formidabile, e questa è l’Inter“. In una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport 24, capitan Zanetti analizza il momento della squadra, con un occhio al passato e l’altro al futuro.

Nella sua analisi Pupi parte da lontano o meglio dalla radice di tutti i problemi: l’addio di Mourinho. Javier sottolinea come i frequenti cambi di allenatore degli ultimi due anni non siano esclusivamente il risultato dell’assenza di un progetto, perchè in molti casi è stato il tecnico stesso a forzare l’addio: “Dopo Mourinho, che comunque è andato via per una sua scelta, è arrivato Benitez. Dopo qualche difficoltà con lui abbiamo vinto la Supercoppa italiana e un Mondiale per Club, poi ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno fatto intravedere che quella di andar via era anche la sua di intenzione. Quindi è arrivato Leonardo, tanto entusiasmo e una rincorsa incredibile, ma alla fine siamo arrivati solo secondi. Anche lui ha scelto di andare via. L’unico che è stato esonerato è Gasperini, ma purtroppo in quel poco tempo non siamo riusciti, tutti, a capire quello che aveva intenzione di fare con questo gruppo. Si è deciso di cambiare ed è arrivato Ranieri, una serie importante di risultati utili ci ha portati a credere in una grande rimonta, ma poi ci siamo ricreduti ancora. Credo faccia tutto parte di questa annata, una stagione un po’ particolare“.

Il momento non è dei migliori, la partita con il Marsiglia non ha margine di errore, soprattutto per Ranieri che, in caso di sconfitta, potrebbe anche rischiare l’esonero: “E’ decisiva per tutti, non soltanto per il mister. Lui sta facendo questo percorso insieme a noi. La cosa più importante, che vogliamo tutti, è riprenderci. Tutti ci rendiamo conto del momento. C’è la voglia di cambiare questa tendenza e di invertire questi segnali negativi. Credo che al di là della partita di Roma, dove non siamo proprio scesi in campo, le altre gare sarebbero potute tutte finire diversamente, per quello che noi abbiamo espresso”.

A chi invoca un ricambio generazionale, invece, Zanetti risponde così: “Mi sento il primo chiamato in causa perchè io mi sono sempre preso le mie responsabilità e come capitano ancora di più. Nella mia carriera nessuno mai mi ha regalato niente. La prima cosa che ho detto a Ranieri quando è arrivato qui è stata: ‘Mister, io sono qui per dare una mano, sia in campo, sia in panchina, sia in tribuna perchè io voglio il bene dell’Inter’. Se l’Inter ritiene che io debba scendere in campo sempre, qualche motivo ci sarà. Non voglio nessuna riconoscenza perchè quando abbiamo vinto ho soltanto fatto il mio dovere e il premio sono state le vittorie importanti che abbiamo conquistato tutti insieme. Poi, ognuno giudica alla sua maniera, ma io uscirò sempre dal campo sempre a testa alta perchè darò sempre tutto quello che ho per il bene dell’Inter.

La lunga intervista termina con un pensiero rivolto al pubblico di San Siro e alla contestazione dopo le ultime due sconfitte interne: Un po’ mi ha sorpreso, ma fa parte del nostro mestiere. Ognuno di noi cerca sempre di dare il massimo, a volte ci riesce, altre no, ma quando si scende in campo ognuno di noi è consapevole della responsabilità che ha e cerca di fare il massimo possibile per la propria squadra. C’è quel tifoso che capisce il momento di difficoltà e dice che magari, dopo sette anni di vittorie, può capitare un momento più brutto e quello che invece si chiede come mai siamo messi così. Il comportamento dei tifosi va rispettato. Loro come noi vogliono il bene dell’Inter e noi cerchiamo di poter dare il meglio e ottenere i risultati che tutti si aspettano”.

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