Dopo la sconfitta dell’Inter al Maradona contro il Napoli, il giornalista Fabrizio Biasin a ‘Il Bello del Calcio’ su ‘Televomero’ ha espresso un’analisi severa sul rendimento di alcuni nerazzurri in particolare. Nel suo commento ha sottolineato come i cambi di Cristian Chivu non abbiano inciso, criticando l’approccio dei subentrati. Secondo Biasin, la squadra ha poi smarrito ritmo e lucidità dopo il rigore e la lite tra Conte e Lautaro Martinez, fattori che hanno cambiato il corso del match.
Biasin: “I subentrati non incidono, ma non è colpa di Chivu”
Nel suo commento, Biasin ha evidenziato le difficoltà dell’Inter nel mantenere intensità nei momenti chiave.
“Gli scontri diretti dell’Inter sono simili, i nerazzurri giocano anche bene ma si perdono alla prima cosa che non funziona. È una cosa per cui lavorare.”
Il giornalista ha poi spiegato che la partita è cambiata dopo il rigore di Calhanoglu e la successiva lite tra Conte e Lautaro Martínez, individuando però nei cambi la vera svolta negativa.
“Ho visto l’Inter sul pezzo fino al rigore, poi si è persa sulla lite Conte-Lautaro. Qualcuno dice che Lautaro decide, ma per me decidono i cambi. Frattesi, Luiz Henrique e Sucic entrano ma incidono zero.”

Biasin ha poi anche precisato di non voler attribuire colpe dirette all’allenatore.
“Non è colpa di Chivu ma dei giocatori che devono entrare in maniera diversa. L’Inter gioca un gran primo tempo, è difficile che un tecnico cambi totalmente, così ha deciso di continuare così.”
Una seconda Inter da ritrovare
Secondo Biasin, la squadra nerazzurra deve migliorare nella gestione delle partite difficili, soprattutto quando la tensione cresce e le rotazioni diventano decisive. La prestazione dei titolari nel primo tempo resta positiva, ma il calo nella ripresa e l’assenza di contributo dalla panchina hanno pesato.
Le parole del giornalista si inseriscono in un contesto più ampio, con l’Inter di Cristian Chivu chiamata a reagire in vista dei prossimi impegni di Serie A per restare in scia del Napoli.
L’analisi di Biasin mette in luce un punto cruciale: la profondità della rosa non basta se chi entra non riesce a cambiare ritmo o mentalità. Per l’Inter, la sfida ora è ritrovare continuità e compattezza, qualità indispensabili per competere ai vertici del campionato.