L’attaccante classe 2005 ha rilasciato un’intervista a DAZN, dove ha parlato della sua crescita e del suo ritorno all’Inter.
Francesco Pio Esposito è cresciuto nel settore giovanile dell’Inter: dopo i primi passi nel Brescia, l’attaccante classe 2005 ha cominciato ad indossare la maglia nerazzurra, e da quella non si è più staccato, se non per una stagione e mezzo quando è volato in prestito allo Spezia per crescere e farsi le ossa tra i professionisti, nel campionato di Serie B. In queste ultime stagioni il suo valore è cresciuto notevolmente, tanto che alcuni club di Serie A ed europei hanno mostrato interesse nei suoi confronti, ma l’Inter ha prontamente respinto ogni avanzata, consapevole di poter puntare su di lui, soprattutto con Chivu alla guida della squadra.
Inter, Esposito si racconta: dalla Primavera alla prima squadra
In un’intervista rilasciata ai microfoni di DAZN, il giovane attaccante classe 2005 di proprietà dell’Inter si è raccontato, parlando del suo inizio carriera, fino ad arrivare alla Primavera, per poi affrontare il prestito in Serie B allo Spezia e infine l’esordio in prima squadra.

Queste le sue parole sul primo anno con Chivu, suo allenatore già durante la Primavera:
Dopo sei mesi in cui non stavamo andando molto bene abbiamo cambiato un po’ di cose e il mister mi ha dato la fascia di capitano, a Cagliari, dove il capitano mancava. Ho fatto tripletta, abbiamo vinto 3-2 e da lì me l’ha lasciata fino a fine campionato. Una responsabilità che mi ha fatto crescere molto e diventare grande. Non smetterò mai di ringraziarlo anche per questa opportunità.
Le parole su come è nata la sua esultanza:
In questo portachiavi ci sono i bilancieri e i pesi che indicano l’esultanza di braccio di ferro. L’esultanza è nata con Petko Hristov, mio compagno a La Spezia. Dall’anno in Primavera a La Spezia ho avuto una trasformazione fisica su cui ho lavorato e lui era quello con cui mi fermavo tutti i giorni in palestra dopo l’allenamento. Da lì ho deciso di fare per la prima volta l’esultanza in Spezia-Venezia e da lì l’ho tenuta.
Il gol all’esordio con il River Plate e il numero di maglia:
Faccio fatica a realizzare: un’emozione incredibile, se vedete quando esulto dopo il gol c’è un momento in cui sono spaesato. Fa capire quanto sia stata un’emozione fortissima. Per me tornare qui è un sogno che si avvera.
Numero 94? Ho scelto questo perché il mio rione di Castellammare è denominato Ciceron 94, è stata una dedica al quartiere e al campetto dove siamo cresciuti coi miei fratelli, lì è iniziato tutto.