La lunga intervista dell’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti per i suoi 80 anni ha fatto emozionare i tifosi nerazzurri: si è soffermato su tanti argomenti, da Inzaghi a Mourinho, con Ronaldo e altri giocatori nel cuore
Massimo Moratti ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali dell’Inter in occasione dei suoi 80 anni. Il suo amore per l’Inter è inspiegabile, era arrivato con l’obiettivo di rendere ancora più grande il club nerazzurro e ce l’ha fatta, portando giocatori incredibili. Su tutti, Ronaldo Il Fenomeno: “Mi piaceva, c’è poco da fare. Era venuto a trovarmi quando giocava in Olanda“.
Moratti spiega com’è nato il tutto: “Ci fu questa occasione dal Barcellona, per tutti sembrava impossibile, a me sembrava anche logica economicamente. Ero appena arrivato nel calcio, gli altri presidenti non pensavano potessi fare una cosa del genere e presi tutti in contropiede. Nel mondo del calcio non erano felici, volevano comandare gli altri presidenti, fu una cosa fuori dalle regole, un sogno realizzato. Ha rilanciato l’Inter nel mondo“.
Moratti e il suo amore per l’Inter
L’ex presidente dell’Inter ha poi svelato i suoi giocatori preferiti: “In assoluto, Mario Corso. I quattro giocatori che fanno la storia dell’Inter sono tutti particolari: Skoglund, Corso, Beccalossi e Recoba. Il sogno realizzato di una persona a cui piace il calcio. Sono affezionato a tutti, si sono comportati benissimo, ma umanamente lo sono anche a Corso“.

Per l’allenatore del cuore, Moratti si è soffermato su Mourinho: “Intelligente e di successo. Ha avuto fiducia in ciò che gli ho detto, è l’allenatore perfetto. Ero affezionato a Hogdson, Mancini e Simoni, che non c’è più. Mi sono sentito un po’ in colpa con quest’ultimo per quello che è successo, era una persona dolcissima“.
Moratti si è anche soffermato su Inzaghi: “Vedo la sua pacatezza nelle interviste, non si dà un tono: bravissimo. Se tiene lo stesso atteggiamento anche coi giocatori, mi spiego perché sono così legati a lui. Mi diverte vedere giocare la sua squadra, per un fatto che non è la ‘fantasia al potere’ ma per il gioco. Sa approfittare delle debolezze dell’avversario, ma soprattutto impone la propria razionalità“.