Italia, Spalletti nuovo Ct: “Non tutti possono vestire la maglia della Nazionale”

Nella mattinata odierna il nuovo CT della nazionale italiana, Luciano Spalletti, è intervenuto in conferenza stampa.

Luciano Spalletti si è presentato ufficialmente: il nuovo tecnico della nazionale italiana, subentrato a Roberto Mancini, è intervenuto in conferenza stampa per presentarsi e parlare delle prossime due sfide che vedrà protagonista l’Italia. Gli azzurri, infatti, scenderanno in campo sabato 09 settembre contro la Macedonia del Nord e martedì 12 settembre contro l’Ucraina. Le due sfide sono valide per la qualificazione a Euro2024.

Conferenza Spalletti: “Cerco la felicità”

Luciano Spalletti, da Coverciano, ha parlato ufficialmente come nuovo tecnico della Nazionale Italiana:

Spalletti si presenta come nuovo CT dell'Italia
Conferenza Spalletti ANSA spaziointer.it

Grazie a tutta la federazione, grazie al presidente Gravina per avermi dato questo incarico e grazie a tutto lo staff. Sono stati giorni intensi, mi hanno dato un mondo di cose per permettere di sviluppare la mia professione.Essere qui alla conferenza stampa come commissario tecnico della nazionale è un’emozione indescrivibile.

Sulla clausola con il Napoli:

Niente mi farà retrocedere dal pensiero di aver preso la direzione corretta, in questo senso ci sono delle cose che dobbiamo mettere a posto, dove stanno lavorando gli avvocati: spero si possa arrivare alla miglior soluzione possibile per tutte e due le parti. 

Cosa vuol dire la maglia della Nazionale?

Bisogna urlare la nostra felicità a vestire questa maglia: è una maglia importantissima, piena di storia. Voglio vedere appartenenza a questa maglia. La maglia della Nazionale, in un mondo dove c’è accesso a tutto, sarà una sfida importante, non tutti la possono vestire. Bisogna essere bravi a restituire quello che è il valore della maglia con i comportamenti.
Vialli sarà sempre con noi, sarà il nostro spirito guida dentro lo spogliatoio.

Sulle scelte dei calciatori:

Abbiamo bisogno di esperienza, dobbiamo giocare due partite fondamentali. È un dono troppo importante che bisogna contraccambiare: non un numero troppo esagerato, perché poi mi dispiacerà escludere i giocatori. In questo momento è fondamentale il minutaggio: all’inizio di una preparazione, portiamo dentro dei calciatori che hanno già giocato. Dentro c’è da avere un comportamento riconoscibile, per fare il calcio che vogliamo: su quello non ci sono deroghe.

Sull’ex CT Mancini:

Da Mancini eredito una buona nazionale: Mancini ha vinto un europeo, Mancini ha vinto 37 partite consecutive, Mancini ha lanciato molti giovani. Bisogna cancellare l’amarezza di due risultati che ci sono successi: dobbiamo prendere le distanze di credere di far parte di un calcio minore, che non appartiene alla nostra storia. Dobbiamo cercare di fare un calcio che piace a tutti.

Sulla formazione e sulla modalità di gioco:

Noi giocheremo con la difesa a 4: le scelte sono state fatte in funzione al nostro modulo. Alcuni difensori che giocano a 3 sposano benissimo il calcio che vogliamo fare.Pressione e costruzione: le due cose che contano nel calcio. Se si pressa bene, si conquista prima. Se si gestisce bene, portiamo l’avversario dove vogliamo noi. Abbiamo tanti registi in squadra, saranno fondamentali.

Sulla questione attaccanti:

Non ho chiamato Kean e Scamacca per il minutaggio, ne ho chiamati altri 3 e andrò a conoscerli. Raspadori è molto bravo a partecipare al gioco di squadra. Andremo a cercare delle risposte che siano complete, cercheremo di calcare la mano sul comportamento della squadra. C’è anche qualche altro calciatore di altre posizioni che può ricoprire il ruolo di attaccante centrale. C’è un lavoro grande da fare.

 

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