Manchester City-Inter, chi giocherà tra Dzeko e Lukaku? Inzaghi risponde in diretta

I nerazzurri hanno portato a casa un’altra vittoria importante contro l’Atalanta. L’Inter si è imposta per 3-2 a San Siro sulla squadra di Gasperini blindando così la qualificazione in Champions League.

In attesa della Finale di Istanbul i nerazzurri chiudono un campionato fatto di alti e bassi che però li vede centrare l’obiettivo di piazzarsi fra le prime quattro.

A margine del match è intervenuto anche Simone Inzaghi ai microfoni di Sky, che si ritiene soddisfatto: “Sono molto soddisfatto, ho fatto i complimenti ai ragazzi, stasera era la più importante di tante che abbiamo fatto. Abbiamo preparato questa partita in 48 ore, giovedì li ho lasciati andare a casa perché erano molto stanchi. Onore a questo gruppo, abbiamo lavorato tanto”.

L’attenzione ora è tutta verso il Manchester City: “Sarà fondamentale recuperare energie e anche qualche infortunato. Skriniar? Adesso vediamo, dalla prossima settimana inizierà a lavorare con noi. Vedremo anche per Mkhitaryan e D’ambrosio.”

Per quanto riguarda gli attaccanti invece il tecnico non si sbilancia: “Attaccanti? Quello si vedrà, si faranno scelte per il bene della squadra. Abbiamo fatto un grande lavoro nell’alternarli”.

Inzaghi poi riconosce il valore dell’avversario, che ad Istanbul partirà col favore del pronostico: “Il Manchester City si conosce, è la squadra più forte del mondo. Partirà favorita ma ce la giocheremo con grande figura. La stiamo iniziando a preparare ma prima avevamo questa partita che forse per la nostra società era la più importante di tutte queste finali e questi trofei, della finale di Champions stessa. Abbiamo fatto un grandissimo recupero per andare in Champions”.

La tensione per il 10 giugno sale ma Inzaghi ora è consapevole di aver centrato tutti gli obettivi che la società si era posta all’inizio della stagione e ora ai nerazzurri non resta che sognare.

Il tecnico dell’Inter parla anche a DAZN, a cui spiega il gesto dell’abbraccio coi suoi giocatori sul 3-1: “L’abbraccio, la corsa è in tutte queste cose che si sono viste oggi. Venivamo da 17 partite in 53 giorni, sta sera era la diciottesima. Dopo aver vinto un trofeo, avevo timore di questa partita perché ci avrebbe fatto lavorare intensamente per l’ultima partita”.

Inaghi, che ora dovrà affrontare la partita più importante della usa vita, si dice sereno: “Provo serenità come sempre ; bisogna cercare di lavorare, ascoltare poco. Io sono l’allenatore ed è giusto che quando c’è qualcosa che non va venga criticato, da gente che sa di calcio”.

 

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