Sanchez al veleno sull’Inter: attacco a società e Inzaghi

Nella scorsa sessione estiva di calciomercato c’è stata la rescissione del contratto che legava Alexis Sanchez e l’Inter. L’attaccante cileno poi si è accasato al Marsiglia, lasciando Milano anche con qualche polemica. A distanza di diversi mesi, il Nino Maravilla torna a parlare sul suo periodo all’Inter, lanciando diverse stoccate verso la società e Simone Inzaghi.

Facciamo un passo indietro nella storia tra Sanchez e l’Inter. Il cileno arriva a Milano nell’estate 2019 tra l’acclamazione di tutta la tifoseria. Il Nino Maravilla rientra pienamente nei piani di Antonio Conte, che lo alterna con Lautaro Martinez come partner di Lukaku. Ma dopo l’addio di Conte dall’Inter e con l’arrivo di Inzaghi le cose cambiano.

Sanchez in azione con la maglia dell'Inter
Juventus v FC Internazionale – Coppa Italia Final Alexis Sanchez of Fc Internazionale during FC Juventus against FC Internazionale,Coppa Italia Final, at Stadio Olimpico on May 11th, 2022. Rome Italy PUBLICATIONxNOTxINxFRA Copyright: xAlessioxMorgesex originalFilename:morgese-fcjuvent220511_npqsO.jpg

Sanchez viene relegato alla panchina, giocando solamente gli ultimi minuti di ogni match. Il cileno non ci sta, e dopo aver siglato il gol decisivo in finale di Supercoppa contro la Juventus piazza un primo attacco ad Inzaghi. In estate poi arriva la rescissione e l’addio definitivo all’Inter.

A distanza di mesi, Sanchez è tornato a parlare del suo periodo all’Inter a TVN Chile, non risparmiando praticamente nessuno.

Sanchez tuona contro l’Inter ed Inzaghi

Di seguito le sue parole:

All’Inter ero tranquillo, ma loro mi hanno mai dato la possibilità di dimostrare? Ho detto che avrei accettato le critiche se mi avessero fatto giocare e se avessi fatto male. In quel caso avrebbero avuto ragione, ma se invece mi giudicano e non mi danno il tempo di dimostrare… è stato ingiusto, ero come un leone in gabbia.

Una volta ho detto a Inzaghi che se non mi avesse fatto giocare contro il Milan avremmo perso. Gli ho detto “Mister, possiamo perdere, attento”. Ed è successo. Non gli ho più detto niente, in quel momento dovevo essere come un elefante: bocca chiusa e orecchie grandi. Poi l’Inter fu sconfitta, ma perché non mi ha fatto giocare?

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