Di Canio duro con Inzaghi: “Deve alzare l’asticella!”, poi il confronto con Pioli

Arrivato ormai due anni fa dalla Lazio per sostituire Antonio Conte, Simone Inzaghi ha provato a continuare il lavoro del suo predecessore, visto anche lo stesso tema tattico e lo stesso modulo adottato.

Conte, in due anni di Inter, è riuscito a riportare lo scudetto nella Milano nerazzurra dopo ben dieci anni e, tutto sommato, in due anni (considerando la stagione in corso) Inzaghi ha vinto di più, rimpinguando la bacheca con due Supercoppe Italiane e una Coppa Italia.

Ciò che salta all’occhio, però, è il fatto che l’ex Lazio non sia riuscito a vincere lo scudetto, l’anno scorso buttato via e quest’anno mai in lizza per vincerlo e, a onor del vero, uno scudetto vale più di una coppa nazionale, probabilmente anche tre, ma questo è soggettivo.

Di oggettivo c’è che il primo obiettivo stagionale dell’Inter è lo scudetto e il tecnico piacentino non è riuscito a dare continuità alla vittoria di due anni fa.

Piaccia o non piaccia (anche questo è soggettivo), Inzaghi, come chiunque d’altronde, ha estimatori ma anche critici e tra gli ultimi rientra, in un certo qual senso, Paolo Di Canio, ex Lazio e oggi opinionista Sky.

Più volte l’ex attaccante ha sottolineato le difficoltà di Inzaghi e, parlando oggi a Tuttosport, le ha ribadite.

Le parole

Di Canio Inzaghi Inter

Sul Campionato dell’Inter

Non me l’aspettavo per me partiva come favorita, insieme al Milan. Non pensavo
a questo percorso di alti e bassi soprattutto dopo la vittoria di inizio anno contro il Napoli. Sta andando molto bene in Europa, ma in campionato è nettamente al di sotto del loro standard e le sconfitte sono troppe

La cosa peggiore dei nerazzurri è la non capacità di rigenerarsi dopo una bella prestazione. In questo 2023 è sempre successo così, con brutte gare dopo delle belle prove. I giocatori sono responsabili, hanno colpe. E’ come se i due anni di Conte non gli avessero insegnato nulla, non hanno acquisito la sua cattiveria agonistica. Probabilmente questo accade
anche perché all’Inter ci sono buoni giocatori, ma non campionissimi affermati con un bagaglio tale di vittorie alle spalle che gli permetta di gestire certi momenti

Su Inzaghi

I problemi nei momenti topici della passata stagione si sono ripetuti anche quest’anno. Certo, Inzaghi ha vinto due Supercoppe e una Coppa Italia, un merito che gli va riconosciuto, però non ci si può fermare qui. La difficoltà è guidare una squadra che dopo una vittoria, si sappia ricaricare. Dopo le interviste puoi anche festeggiare, ma Simone, con cui ho giocato e che considero un bravo allenatore, pensa troppo a ricordare le coppe vinte e i traguardi raggiunti, anziché voltare pagina e spostare l’obiettivo sulla gara successiva. Dopo un anno e mezzo all’Inter, mi viene da pensare che Inzaghi non sia perfetto per un grande club, è mancato un salto di qualità, un’evoluzione rispetto agli anni di Roma

Paragone con Pioli

Stefano non ricorda a ogni gara sbagliata di aver vinto lo scudetto, ma è critico con se
stesso e i giocatori. Inzaghi, e lo dico con tutto il bene del mondo, forse non ha ancora capito dove si trova e rivendica con un orgoglio un po’ infantile tutte le cose che ha fatto bene. Attenzione, nessuno gliene disconosce, ma bisogna tarare il percorso che si fa. Il club gli ha chiesto di arrivare fra le prime quattro, ma non quarto. L’obiettivo è lo scudetto, quello che la stagione scorsa l’Inter ha buttato via. Mi aspettavo che Inzaghi potesse
crescere con i giocatori, invece non è successo. Per altro i calciatori ascoltano come parla un
allenatore e continuando a sentirsi dire che hanno vinto qualcosa, finisce che si rilassano. Ma a Milano la vittoria è una routine, non è come a Napoli: l’Inter ha conquistato lo scudetto

Su Inter-Benfica

Il Benfica è molto più forte del Porto e lo ha dimostrato in questa Champions con Juve e Psg. L’Inter gioca meglio con le squadre che non si chiudono e con due buone prestazioni potrebbe farcela. Però dico Benfica 51% e Inter 49%

Infine, su Lukaku

Io posso dire tante cavolate, ma quelli che un paio di anni fa si sono esposti dicendo che
Lukaku era fra i primi tre-cinque attaccanti al mondo, che dicono ora? Mi ricordo paragoni con Lewandowski, classifi che in cui non era inserito uno come Kane. Lukaku è un bel
giocatore, però pensavo andasse meglio. Purtroppo è limitato in tanto cose, gli manca anche la lettura di alcune situazioni in campo. Il problema sta poi nella testa: lo hanno fatto sentire il più forte di tutti, ma se non è al centro del mondo, viene fuori la sua insicurezza

Con lui l’Inter nel 2019 e 2020 non ha superato i gironi di Champions e ha realizzato un’autorete decisiva nella finale di Europa League; al Mondiale ha commesso errori clamorosi che hanno condannato il Belgio. Nei momenti importanti, manca. Ha quasi 30 anni e la sua carriera per ora parla per lui. Però ha tempo davanti, mi auguro per l’Inter che Lukaku sia ancora utile. Detto questo, guardate il rendimento sottoporta di Lautaro
con Lukaku e senza
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